Bruxelles – Situazione e andamento generale dell’economia migliorano, e alla luce degli sviluppi positivi “è ora opportuno compiere un altro passo nella moderazione del grado di restrizione della politica monetaria”. E’ questo l’annuncio della Banca centrale europea atteso e di fatto annunciato dagli ultimi dati disponibili, e che senza tradire le attese arriva al termine della riunione del consiglio direttivo della Banca centrale europea. La Bce opera un nuovo taglio dei tassi di interesse, di 25 punti base. In base a questa decisione il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale quindi scende al 3,65 per cento, il tasso di interesse sulla linea di rifinanziamento marginale scende a quota 3,90 per cento e il tasso di interesse sulla linea di deposito scende al 3,50 per cento.
A decidere per il taglio l’andamento dell’inflazione. Secondo gli esperti dell’Eurotower quella complessiva si collocherebbe in media al 2,5 per cento nel 2024, al 2,2 per cento nel 2025 e all’1,9 per cento nel 2026, come nelle proiezioni di giugno. Ma sono soprattutto i dati sull’inflazione di fondo (esclusi dunque i beni dai prezzi più volatili, energia e alimentari) a fornire indicazioni positive tali da giustificare l’aggiustamento al ribasso della politica monetaria. A Francoforte si attendono, per l’inflazione di fondo, “un rapido calo“, dal 2,9 per cento di quest’anno al 2,3 per cento nel 2025 e al 2 per cento nel 2026.
Per le decisioni future si continuerà a monitorare la situazione e ragionare sulla base dei dati a disposizione. Ad ogni modo non mancano incertezze, prime fra tutte le prospettive per la crescita. Gli esperti della Bce operano una revisione al ribasso rispetto a giugno, prevedendo ora l’espansione del Pil dell’eurozona dello 0,8 per cento nel 2024, dell’1,3 per cento nel 2025 e dell’1,5 per cento nel 2026.
“Sulla crescita continuano a soffiare venti contrari“, sottolinea la presidente della Bce, Christine Lagarde. Vuol dire che permangono “rischi al ribasso”, il che non permette un’agenda chiara. Tradotto: “Le decisioni di oggi non sono un impegno preventivo verso un particolare percorso“. La Banca centrale europea deciderà volta per volta. Il taglio di oggi non ne esclude di nuovi, ma neppure li garantisce. “Per il futuro userò lo spagnolo: que sera sera'”. La riduzione dei tassi appena operata “è giustificata e unanime”, ma quella che offre Lagarde è la fotografia della situazione attuale.
La presidente dell’istituzione di Francoforte offre anche qualcosa di più di questo, vale a dire un’agenda di lavoro per i governi. “Le politiche dovrebbero guardare all’aumento di produttività”, sottolinea, e invita a mettersi al lavoro sulla base delle indicazioni date alla politica. “Il rapporto Letta e il rapporto Draghi sottolineano l’urgente necessità di riforme“. Anche sulla spinta di questi contributi, insiste Lagarde, “i governi dovrebbero ora dare il via con decisione in questa direzione nei loro piani a medio termine per le politiche fiscali e strutturali”.
Si prende il tempo che serve, Lagarde, per tributare il lavoro svolto dall’ex presidente del Consiglio nonché suo predecessore alla guida della Bce. “Il rapporto Draghi è straordinario“, enfatizza: “Si concentra sulla riforme, offrendo proposte pratiche per farle, che aiutano anche noi della Bce a raggiungere i nostri obiettivi”. Poi aggiunge, a quanti hanno critiche facili: “Non ho visto, nel rapporto Draghi, indicazioni circa modifiche del mandato dalla Banca centrale”.