Bruxelles – Quanti vicepresidenti e con quale peso, vale a dire se esecutivi o ‘semplici’, quali ruoli nuovi rispetto all’esecutivo comunitario uscente. Niente assegnazione di ruoli, ma solo la composizione e la struttura. Ursula von der Leyen inizia a disegnare la squadra per il suo secondo mandato, e la presidente della Commissione europea lo fa assieme ai presidenti dei gruppi parlamentari in una riunione che serve a gettare le basi per i prossimi cinque anni. Mercoledì (11 settembre) è stata invitata a partecipare alla conferenza dei presidenti per sciogliere primi dubbi e primi nodi, nel corso di una colazione di lavoro (inizio riunione previsto da agenda alle 8:00).
Dall’esecutivo comunitario il capo del servizio dei portavoce, Eric Mamer, precisa che si tratta di discutere “la struttura definitiva”, e che non è questo il momento per von der Leyen di indicare chi sarà responsabile per cosa, e quindi, per l’Italia, sarà ancora presto capire per quale incarico sarà indicato Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei e il Sud che il governo ha scelto per la legislatura europea. La questione è innanzitutto organizzativa. Il numero dei commissari resterà lo stesso, ma rispetto all’attuale collegio emergeranno nuove figure, e questo implica che qualcuna delle esistenti dovrà sparire.
C’è certamente un responsabile per le questioni abitative, che von der Leyen ha promesso al Parlamento in cambio di una conferma. I rappresentanti degli enti locali italiani, al pari di tutto il Comitato europeo delle regioni, sono preoccupati per la possibilità che sparisca il commissario per la Coesione e che tutto confluisca nella figura di un super-commissario che gestisca bilancio comunitario e risorse per i territori. Von der Leyen farà un giro di tavolo per spiegare innanzitutto come intende riorganizzare la propria squadra, spiegando ad esempio dove incardinerà la Difesa, o se pensa di cambiare qualcosa per l’Agricoltura.
Da un punto di vista di equilibri politici sarà per lei il momento di offrire garanzie e rassicurazioni ai liberali, usciti ridimensionati dalle elezioni europee, con rapporti di forza completamente cambiati rispetto alla precedente legislatura. Un confronto necessario, se si vuole preparare al meglio il terreno in vista del voto che il Parlamento dovrà tenere sulla squadra di von der Leyen.