Bruxelles – Dopo Ungheria e Bulgaria, anche la Slovacchia potrebbe presto adottare delle nuove norme per limitare la “propaganda Lgbtq+” nelle scuole. Il disegno di legge, proposto dalla destra nazionalista al governo, mirerebbe a “proteggere i bambini” da influenze giudicate in contrasto nientemeno che con la Costituzione nazionale. Ma il caso sta già provocando scossoni politici all’interno del governo.
La proposta legislativa, che consiste in un emendamento alla legge sull’istruzione con il quale si andrebbe a definire in modo netto cosa si intende per “orientamento sessuale non tradizionale” e se ne vieterebbe la “promozione” nelle scuole, è stata avanzata da quattro deputati del Partito nazionale slovacco (Sns), tra cui il leader Andrej Danko. Per le scuole che violano il divieto potrebbero essere previste multe fino a 30mila euro.
I legislatori hanno motivato l’emendamento dichiarando che “la società slovacca è fondata su valori tradizionali che definiscono il matrimonio come l’unione esclusiva tra un uomo e una donna“, come richiamato all’articolo 41 della Costituzione, e sostenendo che “il disegno di legge cerca di proteggere i bambini e i giovani da influenze che potrebbero essere in conflitto con i principi costituzionali“.
Ma le organizzazioni della società civile hanno contestato questa lettura. Martin Macko, direttore dell’ong Initiative Inakost’ ha dichiarato che la Corte costituzionale slovacca “ha già dichiarato in passato che l’orientamento sessuale non può essere motivo di disparità di trattamento e credo che lo farà di nuovo, anche prima che i tribunali europei si pronuncino”. Macko si è detto preoccupato che la nuova legge, se approvata, finisca per esasperare la “radicalizzazione” dei giovani slovacchi, con un aumento degli episodi di bullismo contro gli appartenenti alla comunità Lgbtq+.
L’Sns è un partito di destra nazionalista che governa a Bratislava insieme allo Smer-Sd del premier Robert Fico e a Hlas-Sd di Peter Pellegrini – un’alleanza che, nell’ottobre del 2023, è costata a questi ultimi l’espulsione dal Partito del socialismo europeo (Pse) e dal gruppo dei socialdemocratici all’Europarlamento (S&d). Il disegno di legge in questione ha fatto nascere un caso politico, poiché i parlamentari che l’hanno presentato in Aula hanno di fatto scavalcato il ministro dell’Istruzione, Tomáš Drucker (membro di Hlas-Sd), il quale ha denunciato l’accaduto come una “violazione dell’accordo di coalizione“.
Se venisse approvata dal Parlamento, la legge come emendata dal Sns porterebbe la Slovacchia a seguire Ungheria e Bulgaria sulla strada dell’erosione delle libertà civili ai danni dei membri della comunità Lgbtq+. Budapest ha introdotto nel 2021 il divieto di esporre i ragazzi in età scolare a contenuti che promuoverebbero la “divergenza dall’identità personale corrispondente al sesso alla nascita, il cambiamento di sesso o l’omosessualità”. Una norma che è stata impugnata dall’esecutivo comunitario di fronte alla Corte di giustizia dell’Ue. Il mese scorso, anche Sofia ha adottato una disposizione simile (che vieta la “promozione delle persone Lgbt+” negli istituti scolastici), proposta dal partito filorusso Vazrazhdane (Rinascita), che a Strasburgo siede con i tedeschi dell’AfD nel gruppo dell’Europa delle nazioni sovrane (Esn).