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    Home » Cronaca » Naufragio della Manica: sei bambini e una donna incinta tra i morti. Frontex si dichiara impotente

    Naufragio della Manica: sei bambini e una donna incinta tra i morti. Frontex si dichiara impotente

    Ennesima strage di migranti nel braccio di mare tra Francia e Regno Unito. Parigi chiede un trattato sulla migrazione tra Bruxelles e Londra

    Francesco Bortoletto</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/bortoletto_f" target="_blank">bortoletto_f</a> di Francesco Bortoletto bortoletto_f
    4 Settembre 2024
    in Cronaca
    Le operazioni di recurpero dei corpi a Boulogne-sur-mer (Photo by Denis Charlet / AFP)

    Le operazioni di recurpero dei corpi a Boulogne-sur-mer (Photo by Denis Charlet / AFP)

    Bruxelles – C’erano almeno sei bambini e una donna incinta tra le 12 persone migranti che sono morte mentre tentavano di attraversare la Manica a bordo di un’imbarcazione di fortuna stracolma. Lo rendono noto le autorità francesi, che stanno conducendo le indagini. I governi dei due Paesi si rimbalzano la responsabilità dell’accaduto mentre aumentano i controlli alle proprie frontiere.

    Il naufragio è avvenuto martedì (3 settembre) ed ha coinvolto una barca che trasportava almeno una sessantina di persone, ben più di quelle che avrebbe potuto ospitare. I soccorritori sono riusciti a trarne in salvo 51 (di cui due sarebbero in condizioni critiche), ma per almeno 12 non c’è stato niente da fare. Secondo i primi resoconti, appena otto degli ospiti del natante indossavano un giubbotto salvagente. Tra le vittime, che a quanto riferito dalle autorità di Boulogne-sur-Mer (località francese vicino a Le Portel, al largo delle cui coste si è consumata la tragedia) sarebbero in prevalenza di sesso femminile, c’erano anche una donna incinta e sei minori non accompagnati. Pare che la maggior parte dei deceduti fossero di origine eritrea, ma è ancora presto perché siano identificate con precisione le loro nazionalità. 

    Il direttore esecutivo di Frontex (l’agenzia Ue per il monitoraggio dei confini esterni del blocco), Hans Leijtens, era in audizione stamattina (4 settembre) alla commissione per le Libertà civili del Parlamento europeo (Libe). Interrogato dagli eurodeputati sull’accaduto, ha commentato sottolineando che “sono i trafficanti e i migranti che decidono” di imbarcarsi e attraversare il mare – che sia il Mediterraneo o la Manica. “Noi possiamo solo cercare di avvistarli, di capire come stanno navigando e di lanciare l’allarme” alle autorità nazionali, ha aggiunto: “Ovviamente, se abbiamo degli effettivi sul campo li impieghiamo per salvare le vite (dei naufraghi, ndr), ma nella maggior parte dei casi il nostro ruolo è quello di identificare le imbarcazioni e allertare le autorità“. 

    La “crisi dei barchini” che attraversano il Canale dal continente alla Gran Bretagna è diventata una questione sempre più divisiva tra Parigi e Londra, che si scambiano stilettate mentre nell’esiguo braccio di mare che separa i due Paesi si continua a morire. Il ministro degli Interni francese Gérald Darmanin ha dichiarato proprio da Boulogne-sur-Mer che il Regno Unito “paga una frazione” soltanto di quello che viene invece speso dal governo transalpino per prevenire tragedie come questa, chiedendo che venga stipulato un trattato specifico sul tema della migrazione tra l’Ue e il suo ex Stato membro. Da quando sono state inasprire le misure di sicurezza in Francia (anche grazie all’assegno da 476 milioni di sterline su tre anni staccato dal governo di Sua Maestà l’anno scorso), le partenze avvengono da luoghi sempre più pericolosi e su imbarcazioni quasi sempre inadatte alla traversata.

    Dall’altro lato della Manica, il segretario di Stato britannico Yvette Cooper ha definito l’accaduto “un incidente orribile e profondamente tragico”, sottolineato la necessità di smantellare le reti criminali di trafficanti che mettono in mare i disperati su imbarcazioni fatiscenti e anche con condizioni meteo avverse. Ma il nuovo governo laburista di Keir Starmer – che pure ha cestinato il famigerato progetto dei suoi predecessori di deportare i richiedenti asilo in Ruanda – non sembra intenzionato ad adottare politiche molto più morbide nei confronti di chi rischia la vita per raggiungere le coste inglesi. Con i circa 300 milioni di sterline stanziati dai conservatori per il piano che non vedrà la luce, Londra sta infatti per dare vita al Border security command, una sorta di Frontex britannica che si appoggerà ai servizi segreti e userà i poteri conferiti dalle norme anti-terrorismo per fermare, nelle dichiarazioni del premier, le reti di trafficanti.

    Stando ai dati raccolti dal Guardian, nel corso dell’anno in corso circa 21.400 persone hanno attraversato la Manica, un po’ più del 2023 ma meno della metà rispetto al 2022, quando si è toccata la cifra record di oltre 45.700 persone. Solo nella scorsa settimana, oltre 2mila richiedenti asilo sono sbarcati nel Regno Unito, di cui più di 600 nella sola giornata del 28 agosto scorso. Il naufragio di Le Portel è la tragedia che ha mietuto più vittime nel 2024 (il cui totale ha superato quota 30), ed è l’ultima dopo quella dello scorso 11 agosto dove hanno perso la vita due persone.

    Tags: franciaFrontexGérald Darmaninkeir starmermigrazioneminori non accompagnatiRegno Unitorichiedenti asilotrafficanti migrantiYvette Cooper

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