Bruxelles – Alla fine è arrivata l’ufficialità dal Consiglio dei ministri di Roma, a poche ore dallo scadere della deadline: il candidato italiano per il secondo Collegio a guida Ursula von der Leyen è Raffaele Fitto, come ampiamente anticipato negli ultimi mesi dalla stampa italiana e internazionale. Se passerà le audizioni all’Europarlamento, sarà per lui la prima esperienza all’esecutivo comunitario. Ma il dirigente di Fratelli d’Italia è un politico navigato, con alle spalle una lunga serie di incarichi sia nel nostro Paese che a Bruxelles.
Il neo-cinquanticinquenne Fitto è originario di Maglie, in provincia di Lecce, lo stesso paesino dove nacque Aldo Moro. Il suo percorso politico, tutto iscritto nell’area del centro-destra, inizia nella Democrazia cristiana quando, nel 1988, scompare il padre Salvatore mentre era in carica come presidente della regione Puglia. Nel 1990 entra nel Consiglio regionale in quota Dc e tra il 1995 e il 1998 è vicepresidente della regione. Lo stesso anno aderisce al progetto del centro-destra moderato targato Silvio Berlusconi, il Polo per le libertà, per venire eletto al Parlamento europeo nelle fila di Forza Italia nel 1999. Si dimette l’anno successivo dopo aver ottenuto la presidenza della regione, diventando il più giovane governatore della storia repubblicana. Ci riprova nel 2005 ma perde contro il candidato comunista, Nichi Vendola.
Tra il 2006 e il 2014 è deputato alla Camera per Forza Italia, che lo indica come ministro agli Affari regionali nel quarto governo Berlusconi (2008-2011). Alle europee del 2014 viene eletto e partecipa alla settima legislatura dell’Eurocamera. Fitto rompe con la linea berlusconiana nel 2015, in polemica con il cosiddetto patto del Nazareno col Partito democratico allora guidato da Matteo Renzi, e contestualmente passa ai Conservatori e riformisti (Ecr) a Strasburgo dove, nel febbraio 2019, facilita l’ingresso di FdI. Nel marzo 2018 partecipa alle legislative insieme all’Unione di centro (Udc) come “quarta gamba” della coalizione di centro-destra, ma nel dicembre dello stesso anno passa a Fratelli d’Italia.
Con i meloniani torna all’Europarlamento nel giugno 2019, ottenendo la co-presidenza del gruppo conservatore. Ritenta l’assalto alla regione Puglia nel giugno dell’anno successivo, ma viene sconfitto dal governatore uscente Michele Emiliano (Pd). Nell’ottobre 2022, dopo le ultime elezioni legislative, diventa titolare del dicastero Affari europei e ottiene le deleghe al Pnrr, alla Politica di coesione e al Sud.
Le credenziali da conservatore moderato di Fitto, il cui impegno europeo non è mai stato messo in discussione neanche dagli oppositori politici, sembrerebbero peraltro essere gradite dal Partito popolare europeo (Ppe), che con le europee dello scorso giugno è rimasto la maggiore forza politica in Ue. E proprio il leader-padrone del Ppe, Manfred Weber, è stato ieri a colloquio con Giorgia Meloni per delle prove tecniche di disgelo tra la premier e i cristiano-democratici, dopo l’astensione della presidente del Consiglio italiana sulla nomina di von der Leyen e il voto contrario della pattuglia di FdI a Strasburgo. E per incensare definitivamente, anche a Bruxelles, la candidatura del ministro salentino come membro in quota italiana nel Collegio von der Leyen 2.0.
Dato il sostanziale sostegno del Ppe, confermato con la girandola di incontri non solo della presidente del Consiglio ma anche del vicepremier azzurro Antonio Tajani, che ieri (29 agosto) ha incontrato a Bruxelles la presidente in pectore della Commissione e quella dell’Eurocamera Roberta Metsola, dunque, la strada per Fitto sembra tutta in discesa. Le audizioni autunnali, che lo metteranno sotto il torchio degli eurodeputati, non dovrebbero peraltro essere un problema, dato che in queste stesse ore si è registrato il supporto anche dell’opposizione dem, con il neo-eletto europarlamentare Antonio Decaro (già sindaco di Bari e presidente dell’Anci) che si è augurato che il conterraneo ottenga l’incarico. Nicola Zingaretti, capodelegazione degli eurodeputati Pd, sostiene che “in Europa c’e un grande lavoro da fare. Ci auguriamo che nelle deleghe della Commissione l’Italia abbia il ruolo e la funzione che merita come grande Paese fondatore. È sempre stato così, in ultimo con l’incarico dell’economia ricoperto con autorevolezza da Paolo Gentiloni, che ringraziamo per l’importante lavoro svolto in questi 5 anni”. Circa la nomina di Fitto l’esponente dem annuncia che “seguiremo con attenzione e senza pregiudizi le audizioni augurandoci che in quell’occasione e nel suo ruolo di commissario rappresenti l’Italia, i suoi interessi e il rafforzamento dell’Europa e non quella di una parte o del suo partito”
Gaetano Pedullà, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, si augura che Fitto “lavori per il bene dell’Europa e nell’interesse dei cittadini europei. Al Parlamento europeo, quando si presenterà per le audizioni e il voto di conferma del suo incarico, non faremo nessuno sconto e gli chiederemo conto del tradimento del Sud Italia scippato dei fondi PNRR che gli spettavano”.