Bruxelles – Ad agosto l’inflazione dell’eurozona dovrebbe attestarsi al 2,2 per cento, in calo di quasi mezzo punto rispetto ai valori di luglio (2,6 per cento). Questa la stima preliminare di Eurostat, che potrebbe giocare un ruolo nella decisioni che il Consiglio direttivo della Banca centrale europea sarà chiamato a prendere tra circa due settimane, nella riunione del 12 settembre. Eurostat renderà disponibili i dati definitivi solo dopo la riunione del board della Bce, ma la cifra uscita da Lussemburgo indica un andamento generale che si avvicina all’obiettivo di riferimento dell’Eurotower del 2 per cento. La Bce dovrà decidere se procedere ad un eventuale taglio dei tassi di interesse, per questo le informazioni di fresca pubblicazione assumono una certa importanza.
La presidente della Bce, Christine Lagarde, non ha escluso la possibilità di ridurre i tassi proprio a settembre, quando i dati a disposizione del suo staff erano diversi da quelli attuali, che potrebbero dare una mano ai membri del Consiglio direttivo a decidere in questo senso. In quel caso si potrebbe assistere ad una riduzione di un quarto di punto (-0,25 per cento), benché c’è chi, come il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, vorrebbe un allentamento di maggiore entità delle politiche monetarie restrittive. “Ritengo che sia giusto tagliare dello 0,50 per cento il costo del denaro, poi ovviamente spetta alla Bce decidere”, il giudizio espresso dal titolare della Farnesina a margine della riunione informale dei ministri degli Esteri.
La Bce deciderà, questo è certo. Ma potrebbe essere una scelta meno scontata del previsto. Dando uno sguardo ai dati preliminari di Eurostat, il contributo alla riduzione dell’inflazione ad agosto arriva principalmente dai beni industriali non energetici (0,4 punti percentuali, rispetto a 0,7 pct di luglio) e dall’energia (-3,0 pct, rispetto all’1,2 pct di luglio). Ma tra le altre principali componenti dell’inflazione dell’area dell’euro si registrano lievi aumenti per i servizi (4,2pct, rispetto al 4,0pct di luglio) e la voce ‘generi alimentari, alcol e tabacco’ (2,4pct, rispetto al 2,3pct di luglio). C’è la cosiddetta inflazione di fondo (o inflazione ‘core’) che corre in senso opposto a quella generale, e che potrebbe alimentare nuove spirali inflazionistiche. Qualcosa che non si potrà non prendere in considerazione.