Bruxelles – “Non ci sarà nessun danno per l’Italia” derivante dall’astensione della premier, Giorgia Meloni, sul nome di Ursula von der Leyen al Consiglio europeo di fine giugno, né, tantomeno, dal voto contrario della pattuglia di Fratelli d’Italia a Strasburgo in occasione della riconferma della presidente dell’esecutivo comunitario a metà luglio. Ne è convinto il vicepremier forzista Antonio Tajani, che a Bruxelles ha incontrato la stessa von der Leyen nonché la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola ai margini del Consiglio informale Affari esteri.
Con la presidente dell’Aula, anche lei espressione del Partito popolare europeo (Ppe), “abbiamo parlato delle audizioni” cui si sottoporranno i candidati commissari in autunno, ha dichiarato il leader azzurro alla stampa fuori dal Parlamento europeo. “Noi stiamo lavorando per garantire stabilità” al nuovo Collegio von der Leyen, ha aggiunto, ribadendo la posizione espressa già in mattinata per cui il ministro agli Affari europei (con delega al Pnrr, alla Coesione e al Sud) Raffaele Fitto è “la persona giusta” per l’incarico e augurandosi “che si possa raggiungere l’obiettivo di un vicepresidente esecutivo”.
Del resto, ha continuato, sarebbe “sciocco” da parte delle opposizioni italiane “non lavorare per sostenere il candidato italiano”, sostenendo che si tratta di una battaglia del Paese e “non di questo o quel partito” o dell’esecutivo. Ricordando l’impegno profuso, nel 2019, dallo stesso Berlusconi a sostegno della candidatura del dem Paolo Gentiloni, ha detto di aspettarsi “che i partiti di opposizione facciano lo stesso” in questa occasione, per “superare le divisioni partitiche italiane”.
Quanto al fatto che, appunto, sia Meloni che gli eurodeputati meloniani (e leghisti) non abbiano sostenuto il bis di von der Leyen, per Tajani il problema non si pone poiché il partito che guida dalla scomparsa di Silvio Berlusconi agirebbe da garante della coalizione al governo a Roma: Forza Italia “ha sempre sostenuto von der Leyen: non soltanto l’ha votata ma si è impegnata fortemente per la sua elezione”.
Proprio con la presidente in pectore dell’esecutivo comunitario, il vicepremier si era incontrato in tarda mattinata per discutere delle principali questioni sull’agenda internazionale e, naturalmente, della composizione del prossimo Collegio. E sulla questione dello sbilanciamento maschile di quest’ultimo, Tajani si è detto soddisfatto del “segnale importante” dato dall’avere già due donne a capo di Eurocamera e Commissione.
Infine, il titolare della Farnesina ha rivendicato “l’accordo raggiunto su pressione italiana perché la missione Aspides (la missione Ue nel Mar Rosso, ndr) possa proteggere e accompagnare” la petroliera greca Sounion, colpita lo scorso 21 agosto dalle milizie yemenite Houthi, verso un porto sicuro evitando “un disastro ecologico”. La destinazione dovrebbe essere Gibuti, da raggiungere grazie ad un rimorchiatore fornito dall’Arabia Saudita. La missione Aspides, nelle parole del ministro, “ha sempre puntato a difendere il traffico mercantile e garantire la libertà di navigazione e oggi garantisce anche la libertà dall’inquinamento”.