Bruxelles – Non bastano i progressi registrati nel trattamento dei rifiuti plastici: l’Unione europea deve fare più attenzione alle importazioni di plastica riciclata a basso costo proveniente da Paesi terzi perché c’è il rischio di destabilizzazione del mercato e, soprattutto, di far soffrire un settore chiave nella transizione verso un’economia circolare e la neutralità climatica. È quanto emerge dall’ultima analisi di Boston Consulting Group (BCG) – società di consulenza strategica, con più di 90 uffici in 50 Paesi e 22 mila professionisti – che sottolinea come l’Europa abbia già ottenuto risultati promettenti. Non solo “le plastiche circolari costituiscono ad oggi il 13,5% del contenuto di nuovi prodotti e componenti, in aumento del 37% negli ultimi 4 anni”. Ma si prevede pure che, “entro il 2030, la domanda europea coperta dalle plastiche circolari sarà del 25%, con un aumento al 65% per il 2050. Un dato che incide profondamente sulle emissioni di gas serra all’interno del sistema delle plastiche, comportandone una riduzione del 28% entro il 2030 e assecondando così l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050”, ha precisato il BCG. Anche sul piano normativo le notizie sembrano rosee: “La Direttiva europea sulla plastica monouso spinge a raggiungere almeno il 25% di contenuto riciclato nelle bottiglie in plastica (Pet) entro il 2025 e il 30% entro il 2030”.
Eppure, secondo BCG, non basta e l’Ue è chiamata a politiche “decisive e audaci“. Come ha sottolineato Giulia Scerrato, Project Leader Energy Practice BCG, al pari di molte altre industrie, “anche quella del riciclo non è immune alle incertezze economiche circostanti e alla crisi inflazionistica in atto. La recente crescita delle importazioni di plastica riciclata a basso costo da Paesi extra-Ue ha destabilizzato il mercato europeo, riducendo i prezzi del materiale riciclato e minacciando i target di riciclo stabiliti”, ha spiegato. “Per promuovere la circolarità dei rifiuti plastici e lo sviluppo di questa industria, è necessario adottare misure politiche decisive e audaci così da sostenere un settore chiave nella transizione verso un’economia circolare e il raggiungimento della neutralità in fatto di emissioni di carbonio”, ha evidenziato ancora.
Il problema, in base all’analisi di BCG, emerge dal fatto che l’incenerimento rappresenta ancora il 50% del trattamento dei rifiuti plastici post-consumo, in crescita del 15% negli ultimi quattro anni, seguito dal riciclaggio (27%) e dallo smaltimento in discarica (24%). Mentre il 50% della plastica raccolta per il riciclaggio viene esportata fuori dall’Ue, facendo perdere, così, l’opportunità di trasformare i rifiuti in nuove risorse all’interno dell’economia dell’Unione. “Il mercato europeo della plastica riciclata ha subito una significativa destabilizzazione nel 2023, con una riduzione di oltre il 50% dei prezzi del materiale riciclato. Ciò è dovuto principalmente al crescente tasso di importazioni di plastica riciclata a basso costo da Paesi extra-Ue, che non adottano politiche di circolarità, usano materiali che non rispettano gli standard europei e beneficiano di un costo del lavoro inferiore”, ha illustrato BCG riportando i dati di Eurostat secondo i quali, nel 2022, il valore di queste importazioni (il 40% delle quali proviene da Cina, Turchia, India, Indonesia, Egitto e Vietnam) ha raggiunto i 39,4 miliardi di euro, con una crescita del 40% negli ultimi tre anni.
Inoltre, in base al rapporto 2023 di Plastics Europe, la quota europea di produzione globale di plastica è scesa dal 22% nel 2006 al 14% nel 2022, mentre Cina, Nord America e Medio Oriente e Africa rappresentano rispettivamente il 32%, il 17% e il 9%. “Senza adeguati controlli, dunque, l’aumento di importazioni di plastica riciclata dai Paesi extra-Ue potrebbe destabilizzare il mercato”, ha aggiunto BCG. Dunque, “è fondamentale” che l’Europa prosegua il suo impegno “aumentando il contenuto riciclato, incentivando una collaborazione attiva, politiche innovative e adottando misure strategiche per sostenere e accelerare questo progresso, come l’adozione di obiettivi vincolanti per il contenuto di materiali riciclati anche per le importazioni e l’attuazione di meccanismi di verifica e tracciabilità dei polimeri riciclati. Così come sono altrettanto fondamentali gli incentivi di mercato e fiscali, inclusi sussidi ai produttori e aliquote Iva ridotte per i prodotti riciclati, sono altrettanto fondamentali”, ha specificato BCG.