Bruxelles – “La Commissione non intende riaprire la caccia alle foche a scopo commerciale su larga scala, quanto piuttosto continuare a garantire un buono stato di conservazione delle varie specie di foche”. La linea dell’esecutivo è chiara, e il commissario per il Green Deal, Maros Šefčovič, lo afferma altrettanto chiaramente rispondendo a un’interrogazione parlamentare in materia.
Attualmente è in corso il processo di revisione del regolamento dell’Ue sul commercio dei prodotti derivati dalle foche e della direttiva sui cuccioli di foca, testi ormai ‘datati’ (del 2009 il primo, risalente al 1989 la seconda). Questo processo di revisione delle normative – noto come ‘Fitness Check’ – dovrebbe portare ad un aggiornamento della legislazione. E’ qui che Šefčovič precisa che non si intende riaprire la stagione di caccia alle foche, “fatti salvi i risultati” dell’esame dello stato di adeguatezza delle norme comunitarie.
La politica di conservazione per i pinnipedi dei mari freddi, specifica ancora Šefčovič, vuole essere perseguita “attraverso il regime Ue sulle foche e altre normative dell’Unione europea come la direttiva Habitat”, il cui scopo, sancito all’articolo 2 della direttiva, è salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche. Niente caccia e niente distruzione degli ambienti vitali delle foche. Una priorità politica che risponde ad esplicite richieste dei cittadini. “Il regime Ue per le foche – ricorda il vicepresidente esecutivo della Commissione – è stato effettivamente messo in atto per affrontare principalmente le preoccupazioni morali pubbliche relative all’uccisione delle foche, in particolare dei cuccioli di foca”.