Bruxelles – Via libera alla produzione di quella che sarà la prima flotta aerea anti-incendi dell’Unione europea. Firmato l’accordo con Canadian Commercial Corporation per la fornitura dei 12 velivoli, la cui realizzazione parte ufficialmente per la gioia di Janez Lenarčič, commissario per la Gestione delle crisi. “Questo è un momento storico per la protezione civile europea in quest’epoca di crisi climatica”, scandisce.
Finora sono sempre gli Stati membri a mettere a disposizione i mezzi anti-incendio nel corso delle emergenze, per spostarli dalla proprie flotte nazionali a favore di altri Stati membri dell’Ue e non solo, perché RescEU, il meccanismo di protezione civile europeo, su richiesta dei Paesi, offre sostegno e solidarietà anche a Paesi terzi. In prospettiva la Commissione europea disporrà di aerei propri, acquistati con soldi del bilancio comunitario. Nello specifico la commessa per il fornitore canadese è di 600 milioni di euro.
“Abbiamo lavorato instancabilmente per rafforzare le capacità di risposta antincendio dell’Ue”, e l‘annuncio di oggi “dimostra che l’Europa è impegnata a rafforzare e approfondire questi sforzi”, continua Lenarčič, che non ha dubbi: “Siamo sulla buona strada con la tempistica stabilita dalla Commissione europea per acquisire una nuova flotta permanente di aerei ed elicotteri antincendio”.
Secondo impegni ed accordi i primi velivoli della nuova flotta aerea antincendio dell’Ue saranno pronti e a disposizione del meccanismo di protezione civile Ue alla fine del 2027. Una volta completata, la flotta sarà ospitata in sei diversi Stati membri dell’Unione europea: Croazia, Francia, Italia, Grecia, Portogallo e Spagna.
L’iniziativa di una flotta Ue parallela e aggiuntiva a quella dei 27 Stati membri si è resa necessaria sulla scia della gravità dell’emergenza incendi in Europa, come dimostra anche la situazione che sta mettendo a dura prova la Grecia. “Le stagioni degli incendi boschivi diventano più lunghe, mortali e imprevedibili“, sottolinea il commissario per la Gestione delle crisi. L’Ue inizia a correre a dotarsi di ciò che serve per mettersi ai ripari.