Bruxelles – È da fine agosto dello scorso anno che il traforo del Frejus è chiuso alla circolazione ferroviaria, e da allora niente si è mosso al confine tra il Piemonte e la Savoia francese. Dopo ritardi e rinvii il dipartimento francese ha reso noto che la riapertura sarà posticipata nuovamente, a una data non meglio precisata del primo trimestre 2025. Ecco perché, di fronte a una situazione che non si sblocca e che sta creando disagi per gli operatori logistici e di trasporto merci – ma anche più in generale per tutti i viaggiatori che si avvalgono dell’alta velocità tra l’Italia e la Francia – sono arrivate due interrogazioni parlamentari alla Commissione Europea per chiarire quali azioni potranno essere intraprese per riaprire quanto prima il collegamento ferroviario del traforo del Frejus.
La questione è di particolare interesse per l’Italia, “visto che secondo alcune stime circa il 60 per cento dell’export di merci italiane passa attraverso i valichi alpini, ma anche altri Stati membri, il traforo del Frejus è infatti un valico importante del corridoio Mediterraneo delle reti trans-europee di trasporto (Ten-T)”, è quanto messo nero su bianco dall’eurodeputato neo-eletto del Partito Democratico Pierfrancesco Maran nell’interrogazione parlamentare sostenuta dall’intera delegazione dem. Secondo quanto si legge in una nota del Pd al Parlamento Ue, il testo presentato dall’ex-assessore del Comune di Milano (tra il 2011 e il 2024) e dal 16 luglio membro dell’Eurocamera interroga l’esecutivo dell’Unione se è a conoscenza della questione, quali misure intende prendere a riguardo e se è in contatto “con le autorità italiane e francesi”.
La chiusura del traforo del Frejus è stata determinata da una frana che il 28 agosto 2023 si è verificata nel comune di Saint-André (Savoia), e che inizialmente ha causato l’interruzione sia del traffico stradale sia di quello ferroviario tra il Piemonte e la Savoia francese. Se dopo poche settimane l’autostrada A43 – che collega Francia e Italia – è stata ripristinata per auto e camion, lo stesso non si è verificato per il tunnel da cui passa la ferrovia, uno dei canali di trasporto merci e persone più importanti del continente. Da gennaio di quest’anno la linea francese ad alta velocità Tgv tra Milano e Parigi è ripartita per il trasporto di passeggeri, ma solo grazie a un sistema di autobus sostitutivi, che prevedono però un maggior tempo di percorrenza e diversi cambi di modalità di trasporto sulla linea.
I lavori di ripristino stanno proseguendo con grossi ritardi, e negli scorsi mesi erano emerse notizie secondo cui la ferrovia doveva essere riaperta entro dicembre 2024. Tuttavia le autorità francesi hanno comunicato solo lo scorso 31 luglio che ciò non avverrà, appunto, prima del primo trimestre del prossimo anno, “se non si verificano nuovi gravi rischi geologici”. Sempre secondo quanto reso noto dal dipartimento della Savoia, i lavori sono complicati dalla ripidità e dell’instabilità della falesia, con oltre 20 tecnici specializzati nel lavoro ad alta quota in corda (a più di 200 metri) che si alternato sette giorni su sette, dalle ore 6 alle ore 20.
Tutto ciò non ha però placato le perplessità degli eurodeputati, e non solo dem. “Considerando la chiusura programmata del traforo del Monte Bianco per lavori di manutenzione annunciati da tempo, il rischio di un blocco al commercio transfrontaliero è elevato“, è l’avvertimento lanciato dalla delegazione della Lega al Parlamento Ue, che ha presentato un’altra interrogazione parlamentare alla Commisione “per chiedere di intensificare il dialogo con le autorità francesi per determinare una tempistica entro cui il tratto sarà riaperto” il traforo del Frejus, ma anche per “suggerire strumenti di sostegno finanziario per gli operatori che hanno dovuto sospendere le attività“. Nonostante gli eurodeputati leghisti parlino di un “immediato interesse da parte delle autorità italiane” – a cui “deve necessariamente seguire una risposta dall’Ue” – il collega del Pd Maran punta però il dito proprio contro il segretario della Lega e vicepremier nel governo Meloni, Matteo Salvini: “Sorprende molto l’inerzia del governo, e in particolare del ministro dei Trasporti, che sembra non riuscire a trovare una soluzione per i trasportatori italiani”.