Bruxelles – I colori sono gli stessi di quelli italiani, ma disposti al contrario, in orizzontale anziché in verticale. Deve aver pensato così chi, a Ventotene, ha issato la bandiera dell’Ungheria davanti al Municipio in piazza Castello, principale ‘salotto’ dell’isola pontina. Peccato che il tricolore ungherese, oltre ad avere le strisce ‘girate’ rispetto a quelle italiane, le abbia invertite nell’ordine: rosso, bianco e verde. E invece il drappo del Paese membro dell’est finisce sottosopra, con la banda verde in alto e quella rossa in basso. “Non c’è alcun aspetto politico, si tratta solo di una svista”, spiega a Eunews il vicesindaco Giuseppe Pepe (Insieme per Ventotene), che è anche assessore per Ambiente, territorio e affari istituzionali.
Un errore commesso da chi è stato incaricato di mettere in bella mostra tutte le bandiere degli Stati membri dell’Ue, che rischia di non essere poi così marginale. Perché in questo momento l’Ungheria di Viktor Orban, le istituzioni europee e gli altri Paesi sono ai ferri corti. Non si perdona al primo ministro del Paese con la presidenza di turno del Consiglio Ue la visita istituzionale a Mosca per discutere di pace col presidente russo, Vladimir Putin, che ha indotto l’esecutivo comunitario a cancellare il tradizionale viaggio nella capitale della presidenza di turno e l’Alto rappresentante, Josep Borrell, a boicottare la riunione informale del consiglio Affari esteri e spostarla a Bruxelles.
La sottolineatura del vicesindaco dunque è più che necessaria. Nessuna presa di posizione, nessuna intenzione di provocare. “E’ una svista, provvederò personalmente a far rimettere la bandiera in modo corretto”, assicura Pepe.
Ventotene non è del resto un luogo come gli altri. E’ qui, nel 1941, che Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, durante il periodo di confino imposto dal regime fascista, scrissero il Manifesto alla base del progetto di integrazione europea. Il Manifesto di Ventotene propugna un’Europa federale, obiettivo ancora tutto da raggiungere, ma questa è un’altra storia. Certo è che l’errore commesso nel luogo in cui si sono gettate le basi per l’integrazione nei confronti di un Paese al centro di polemiche è certamente diverso dagli altri.