Bruxelles – La libertà di espressione e di parola? Più tipici dell’Unione europea che dell’Italia. A sostenerlo gli stessi italiani, rispondendo a un quesito specifico contenuto nell’ultimo sondaggio eurobarometro su sfide e priorità dell’Ue per la nuova legislatura. La maggioranza di uomini e donne intervistati (55 per cento) ritiene che questo principio democratico sia più meglio rispettato a livello europeo che a livello nazionale. Una risposta che riaccende polemiche e strascichi seguiti alla pubblicazione del rapporto sullo Stato di diritto, dove l’esecutivo comunitario non ha fatto mancare critiche, dubbi e osservazioni preoccupanti sullo Stato di salute democratico dello Stivale.
Gli italiani sembrano avere dubbi su come si viva nel proprio Paese per ciò che riguarda diritti e libertà di base, visto che la stessa maggioranza (55 per cento) sostiene anche che, dovendo fare un paragone con l’Italia, il rispetto di diritti e valori fondamentali sono più incarnati a livello di Unione europea. Una percezione, quella degli italiani in Italia, che conferma la realtà fotografata da Bruxelles pochi giorni fa, all’insegna di tanto lavoro da fare in senso migliorativo.
Certo, il dato italiano non si discosta molto da quello medio, segno che analoghe impressione sulla situazione nazionale sia piuttosto generalizzato. Ad ogni modo risuona come una smentita alla parole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che parla di rappresentazione non fattuale, e quindi non veritiera, della realtà. Eurobarometro e gli italiani hanno parlato: in Italia non si può parlare. O meglio, si può parlare liberamente di più fuori dal Paese.