Bruxelles – Sviluppare l’unione dei mercati dei capitali, rimuovere le barriere agli investimenti e attuare interventi pubblici mirati. Sono le indicazioni che emergono da un nuovo rapporto della Banca Europea degli Investimenti (Bei), che mette in luce come le imprese scale‑up – imprese innovative in rapida crescita che si trovano in una fase intermedia di sviluppo – si siano sviluppate in Europa grazie all’aiuto di organizzazioni pubbliche e come al contempo continuino a incontrare ostacoli finanziari che l’Unione europea può affrontare in maniera più efficace.
Lo studio, dal titolo “The scale-up gap: Financial market constraints holding back innovative firms in the European Union”, sottolinea l’importanza di aumentare gli investimenti nelle scale-up per permettere all’Unione europea di assumere una posizione di leadership tecnologica e competere a livello globale. Colmando il divario di finanziamenti per le scale-up, potrebbero emergere progressi in settori come le tecnologie verdi, l’intelligenza artificiale e l’informatica quantistica.
Secondo il rapporto Bei, le dimensioni ridotte e la bassa profondità dei mercati dei capitali dell’Unione europea limitano la capacità delle imprese innovative di raccogliere capitale, soprattutto nella fase di scale‑up, quando la disponibilità di finanziamenti in Europa è inferiore rispetto ad altri mercati. Questo rallenta l’accumulo di capitale e ostacola la crescita, la produttività e l’occupazione.
Il rapporto suggerisce di potenziare la profondità del mercato dei capitali, in particolare di quello del capitale di rischio (venture capital), e sottolinea il ruolo svolto finora dal Gruppo Bei nel sostenere le aziende innovative e favorire l’espansione delle tecnologie chiave. “Il Gruppo Bei svolge un ruolo importante nel sostenere l’ecosistema dell’innovazione in Europa”, ha dichiarato la Presidente della Bei, Nadia Calviño. “Siamo pronti a fare di più, soprattutto per spianare la strada a una vera unione dei mercati dei capitali, una priorità fondamentale per favorire la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro”.
Se da un lato l’Unione europea attrae investitori di venture capital stranieri, dall’altro il risparmio interno non viene indirizzato adeguatamente verso il finanziamento delle imprese innovative. Di conseguenza, gli investimenti di venture capital in Europa sono inferiori di circa sei volte rispetto agli Stati Uniti. Questo porta ad un accumulo di capitale più lento: dopo dieci anni di attività, le scale‑up europee raccolgono il 50 per cento in meno di capitale rispetto alle loro controparti nella Silicon Valley.
“Il talento imprenditoriale europeo e l’innovazione rappresentano il motore della nostra competitività a lungo termine. Troppo spesso le aziende innovative sono costrette a dover scegliere se crescere qui o altrove”, ha ammesso Gelsomina Vigliotti, vicepresidente della Bei.
Le scale‑up si rivolgono frequentemente a investitori esteri per finanziarsi, e gran parte degli investitori principali, che svolgono un ruolo fondamentale nei round di finanziamento, provengono da fuori l’Unione europea. Di conseguenza, al momento del trasferimento di proprietà, queste imprese hanno maggiori probabilità di essere acquisite da società straniere o di essere quotate all’estero. Questa tendenza provoca una perdita di talento imprenditoriale in Europa e compromette le prospettive della prossima generazione di start-up europee.
Oltre a completare l’unione dei mercati dei capitali e favorire l’integrazione finanziaria, il rapporto suggerisce che il settore pubblico in Europa dovrebbe contribuire ulteriormente a catalizzare gli investimenti privati, sostenere le fasi iniziali dello sviluppo tecnologico e fornire fonti di finanziamento diversificate. Queste raccomandazioni sono state avanzate anche dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il 18 luglio, quando ha ottenuto un secondo mandato quinquennale. La nuova Commissione dovrebbe presentare a breve misure che contribuiranno ad agevolare i finanziamenti alle imprese in forte crescita da parte di banche commerciali, investitori e venture capitali.