Bruxelles – Stato di diritto, in Italia è stato fatto poco e molto resta ancora da fare. Su Rai, libertà di stampa e giustizia il rapporto della Commissione europea, per cui l’esecutivo comunitario si è preso il suo tempo per ragioni elettorali, mette a nudo i limiti di un sistema Paese per cui l’attuale governo è inchiodato alle proprie responsabilità. Progressi limitati in alcune aree, assenti in altre. Si accusa la politica di attaccare troppo la magistratura, mettendone a rischio autorevolezza e credibilità agli occhi dell’italiani. “Il rischio che le dichiarazioni pubbliche di governi e politici possano incidere sulla fiducia del pubblico nell’indipendenza della magistratura ha destato preoccupazione in Slovacchia, Italia e Spagna”.
Sempre in tema di giustizia, in Italia una nuova legge che abroga il reato di abuso d’ufficio e limita la portata del reato di traffico di influenza potrebbe avere implicazioni per l’individuazione e l’indagine di frodi e corruzione. E ancora: In Italia, le modifiche proposte alla prescrizione potrebbero ridurre il tempo a disposizione per condurre procedimenti giudiziari per reati penali, compresi i casi di corruzione.
Nella relazione della Commissione le questioni legate alla giustizia finiscono con l’intrecciarsi alla libertà di stampa. In Italia le norme che regolano la divulgazione di informazioni giudiziarie nei procedimenti penali sollevano preoccupazioni. Una bocciatura del divieto di pubblicare le intercettazioni, che diventa una censura all’operato del governo e dei partiti di maggioranza, accusati di non tutelare come si dovrebbe la stampa.
“Nessun ulteriore progresso” viene registrato per ciò che riguarda riformare e introdurre garanzie per il regime sulla diffamazione, la tutela del segreto professionale e le fonti giornalistiche, tenendo conto delle norme europee sulla protezione dei giornalisti. Il passaggio sulla diffamazione è un altro attacco frontale al governo, contro cui si era già scagliato il Consiglio d’Europa. L’esecutivo continua a denunciare i giornalisti, costringendoli di fatto al silenzio.
C’è anche la questione servizio pubblico. Nel documento redatto dallo staff della Commissione non si parla di ‘TeleMeloni’, ma comunque si parla di Rai. “L’efficacia del sistema di governance nel garantire la piena indipendenza della RAI rappresenta una fonte di preoccupazione di lunga data in Italia” . A questo proposito si avverte la necessità “una riforma globale per garantire che la RAI sia meglio protetta dai rischi di interferenza politica”, e far sì che sia “garantita la sua piena indipendenza”.
Sul fronte politico-istituzionale c’è preoccupazione per il modo di legiferare in Italia, dove si vede il Parlamento scalzato dal governo. In Italia, si legge nel rapporto, non mancano “preoccupazioni riguardo al ricorso considerevole a procedure legislative accelerate o a decreti urgenti“. Magistratura continuamente attaccata e Parlamento orfano del suo potere legislativo: il quadro che emerge per il sistema Paese non è da quelli di modello di Stato di diritto. La riforma sul premierato su cui lavora l’attuale maggioranza non lo renderebbe migliore. Al contrario, i cambiamenti concepiti dal governo Meloni portano con sé dubbi circa l’effettiva maggiore stabilità politica e i sistemi di contrappesi istituzionali.