Dall’inviato a Strasburgo – L’avvicendamento tra popolari e socialisti alla presidenza del Parlamento europeo previsto nel 2027 non sorriderà al Partito Democratico. Ad annunciarlo la vicepresidente dell’Eurocamera, Pina Picierno, fresca di conferma: “Credo di poter anticipare che non sarà un italiano a guidare il Parlamento europeo“, ha dichiarato a sorpresa da Strasburgo. Niente da fare per il Pd, delegazione più numerosa della famiglia socialista a Bruxelles, che dopo aver rinunciato alla leadership del gruppo avrebbe avuto legittime aspirazioni per il ruolo apicale del Parlamento.
Le elezioni europee di inizio giugno hanno cambiato gli equilibri all’interno dei socialisti, dove per prassi alla delegazione più ampia spetta la nomina del capogruppo: i dem a Bruxelles ora sono 21, contro i 20 del Partito socialista spagnolo (Psoe). Nonostante questo, lo scorso 25 giugno il gruppo ha deciso all’unanimità di riconfermare la propria leader, Iratxe Garcia Perez, che proviene proprio dal Psoe. Quel giorno il capodelegazione del Pd, Brando Benifei, dichiarò che la segretaria Elly Schlein aveva strappato un accordo con gli spagnoli per cui a metà mandato – a inizio 2027 – sarebbe spettato al Pd “uno dei top jobs del Parlamento“.
Per top jobs, Benifei intendeva la presidenza dell’Eurocamera o la leadership del gruppo, in un’ipotetica staffetta alla guida dei socialisti al giro di boa della legislatura. Secondo quanto dichiarato oggi (17 luglio) da Picierno, una delle figure più autorevoli all’interno della delegazione dem, la prima sarebbe già da scartare. “Cercheremo all’interno degli S&D la soluzione migliore”, ha aggiunto, spiegando che anche nella trattativa per la presidenza dei socialisti “il Pd ha anteposto l’unità del gruppo a quelle che potevano sembrare legittime richieste”.
Rimane la possibilità dell’avvicendamento con Garcia Perez alla guida dei socialisti. Ad oggi, la dem con l’incarico più alto nella famiglia progressista è Camilla Laureti, prima vicepresidente della spagnola. Ma il Nazareno deve ancora sciogliere le riserve sul proprio capodelegazione, che potrebbe avanzare aspirazioni legittime sull’incarico di capogruppo nel 2027. L’uscente Benifei, o Nicola Zingaretti, o Stefano Bonaccini. La decisione tarda ad arrivare, tant’è che nella sessione plenaria di insediamento a Strasburgo il ruolo è ancora ufficialmente ricoperto da Benifei. “Stiamo discutendo, certamente in queste ore arriveranno tutte le decisioni che sono in attesa”, ha assicurato a proposito Picierno.