Bruxelles – Avanti con le procedure per deficit eccessivo. I ministri dell’Economia e delle finanze riuniti a Bruxelles per il consiglio Ecofin, il primo sotto presidenza ungherese, sono dell’idea che vada sostenuta la richiesta della Commissione Ue di procedere contro Italia, Belgio, Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia. Formalmente la decisione non c’è. La procedura dunque non parte subito, poiché per ragioni di tempi ristretti si è deciso di tenere solo un dibattito orientativo. La decisione è rinviata alla riunione del Coreper del 24 luglio, poi gli ambasciatori provvederanno a informare i ministri economici che dovranno approvare tramite procedura scritta. Il processo dovrebbe concludersi il 26 luglio, ed è per quella data che dovrebbe accendersi il monitoraggio a dodici stelle.
Il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, comunque tiene a precisare che “è troppo presto per parlare di sanzioni [pecuniarie] contro gli Stati membri”, come prevedono la procedura per deficit eccessivo e le regole del nuovo patto di stabilità. Le nuove norme comuni in materia di politiche economiche e conti pubblici sono state riviste al ribasso. Il principio è ridurre l’importo della sanzione per chi non corregge i disavanzi eccessivi, ma proprio per la natura meno salata delle multe si intende comminarle.
In caso di scostamenti o impegni di riduzione insufficienti possano essere applicate sanzioni pari allo 0,05 per cento del Pil nazionale ogni sei mesi, per multe eventuali quindi pari allo 0,1 per cento di Pil all’anno (invece di un deposito infruttifero fino allo 0,5 per cento del PIL, come previsto finora). Scenari lontani, però, continua Gentiloni. “Non ci stiamo riferendo a sanzioni, ma all’avvio di un processo che è lungo“. La procedura per deficit eccessivo, sottolinea, “prende molto tempo”, che si inizierà a calcolare dal momento in cui la decisione formale di avallare la raccomandazione dell’esecutivo comunitario.
Occhi puntati dunque sul Consiglio dell’Ue. Entro la fine delle prossima settimana l’Italia e gli altri sei Paesi dovrebbero ufficialmente ritrovarsi nel braccio correttivo dell’Unione europea. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non fa drammi e rassicura i partner. “Riteniamo di cruciale importanza rispettare le nuove regole europee di bilancio“.