Bruxelles – Per la Commissione europea il supporto all’Ucraina ‘as long as it takes‘ non è negoziabile. A farne le spese, il primo ministro ungherese Viktor Orbán, che da quando Budapest siede alla guida semestrale del Consiglio dell’Ue ha intrapreso una personalissima missione di pace, incontrando prima Zelensky, poi in fila Putin, Xi Jinping e Donald Trump. E mettendo in forte imbarazzo Bruxelles. A tal punto che l’esecutivo Ue ha annunciato che il Collegio dei commissari non si recherà in Ungheria per la tradizionale visita alla Presidenza di turno, prevista per la fine dell’estate.
Non solo. “Alla luce dei recenti sviluppi che segnano l’inizio della Presidenza ungherese”, Ursula von der Leyen ha deciso di boicottare anche le riunioni informali del Consiglio dell’Ue fino a quando saranno ospitati dai ministri del governo di Orbán: i commissari parteciperanno solamente ai Consigli formali – dove si prendono le decisioni a livello legislativo – a Bruxelles e a Lussemburgo. Agli informali andranno solo i più alti funzionari della Commissione.
A dare l’annuncio il portavoce capo della Commissione europea, Eric Mamer. Il caso era scoppiato lo scorso 5 luglio, quando il premier magiaro aveva colto gli altri 26 Ue di sorpresa recandosi a Mosca per un bilaterale con Vladimir Putin per discutere le condizioni del Cremlino per mettere fine al conflitto in Ucraina. Il tutto mantenendo – consapevolmente o meno – una certa ambiguità sul suo ruolo a capo dei 27. I tre pesi massimi dell’Ue, Charles Michel, Ursula von der Leyen e l’Alto rappresentante Josep Borrell avevano immediatamente messo in chiaro che Orbán non aveva ricevuto alcun mandato da Bruxelles per intavolare trattative con Mosca.
Anche diversi capi di Stato e di governo dei 27 avevano lasciato trasparire una certa irritazione per la fuga in avanti di Orbán. Tuttavia, la decisione presa oggi da von der Leyen non è stata coordinata con le cancellerie europee: “Una prerogativa istituzionale della Commissione”, ha chiarito Mamer. Proprio oggi, in un’intervista alla testata ungherese Magyar Nemzet, il portavoce di Budapest, Balazs Orban, si era detto “convinto che l’intero periodo di presidenza dell’Ue del nostro Paese debba essere utilizzato, in termini politici, per creare le condizioni per i negoziati di pace”. Rilanciando su nuovi “viaggi e negoziati da fare”.
La linea di Bruxelles è che non si discute della pace in Ucraina senza l’Ucraina. Come ribadito da Borrell al vertice della Nato a Washington la scorsa settimana, “non c’è altro piano di pace oltre a quello di Zelensky. Tutta l’Ue sostiene questa posizione”. Il filo-russo Orbán, che dall’inizio dell’aggressione russa è la voce fuori dal coro e blocca sistematicamente i pacchetti d’aiuto a Kiev, la pensa diversamente. A Bruxelles si sono già levati diversi appelli per togliere la presidenza di turno all’Ungheria. L’aveva chiesto a suo tempo il Parlamento europeo, ha rinnovato l’invito il gruppo Renew pochi giorni fa, e le voci si sono fatte talmente insistenti che pochi giorni fa il ministro degli Affari europei di Budapest, Janos Boka, ha indetto una conferenza stampa a Bruxelles per smentire le indiscrezioni. Al momento, l’ipotesi non sembra essere sul tavolo. Ma lo sgarbo diplomatico deciso oggi dalla Commissione europea potrebbe essere un primo avvertimento.
In light of recent developments marking the start of the Hungarian Presidency, the President has decided that @EU_Commission will be represented at senior civil servant level only during informal meetings of the Council.
The College visit to the Presidency will not take place.
— Eric Mamer (@MamerEric) July 15, 2024