Bruxelles – Ursula von der Leyen, l’Italia in Europa sembra avere più riserve che apprezzamenti per concedere alla presidente uscente della Commissione il sostegno per un secondo mandato. A una settimana dal voto che chiarirà se la tedesca potrà essere la prima donna a guidare per due legislature di seguito l’esecutivo comunitario, solo le delegazioni tricolori di Forza Italia (Ppe) e Partito democratico (S&D) sostengono apertamente la disponibilità al ‘sì’.
Per Forza Italia il problema non si pone, visto che il Ppe sostiene compatto il nome di von der Leyen e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che è anche segretario di Forza Italia, non ha mai mancato di far sapere di essere al fianco del nome indicato dai popolari europei. Sul fronte del Pd, “le premesse sono buone”, fa sapere il capodelegazione Brando Benifei, che però aggiunge: “Vogliamo più chiarezza in materia su Stato di diritto, coesione, diritto alla casa, e prosecuzione del programma NextGenerationEU”.
Democratici possibilisti e comunque orientati al sostegno, Fi a favore. Il resto sono solo voti contrari annunciati e dubbi da sciogliere. ‘No’ secco quelle della Lega, espresso dal capo delegazione del Carroccio, Paolo Borchia. Un parere contrario, spiega, “non sulla persona ma sul progetto politico” di non gradimento. Analoga la linea adottata dal Movimento 5 Stelle. “‘No’ al programma di von der Leyen”, fa sapere il capo delegazione dei pentastellati, Pasquale Tridico.
Von der Leyen rischia di andare incontro al veto anche di Fratelli d’Italia. “L’orientamento al momento è negativo“, fa sapere Nicola Procaccini. Ma tutto potrebbe cambiare: “Vedremo nei prossimi giorni”. Le parole del capogruppo dei conservatori (Ecr) indicano un cambio di orientamento del partito della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che su von der Leyen si è astenuta in occasione dell’ultimo vertice dei leader sui cosiddetti ‘top jobs’, le cariche più alte delle istituzioni Ue. “Non abbiamo nulla contro von der Leyen, ma abbiamo molto contro la piattaforma politica degli ultimi anni“, aggiunge Procaccini, che amplia il solco. Per la pattuglia meloniana probabilmente pesa un negoziato sui commissari ancora in corso e tutto da risolvere. Ad ogni modo non c’è ancora il sostegno per la presidente della Commissione a caccia del bis.
Uno stallo che riguarda anche la delegazione italiana del gruppo dei Verdi. Ignazio Marino non si pronuncia né a favore né contro. A pesare è la linea adottata in politica estera, dice l’ex sindaco di Roma. “Non mi pare ci sia un ruolo condiviso a cercare un cessate il fuoco in Medio Oriente e Ucraina”, spiega. Inoltre non si vede sufficiente impegno in materia di lotta ai cambiamenti climatici e immigrazione. Critiche, certo, ma non bocciature. Gli italiani nei verdi si prendono il tempo di riflettere e di ascoltare cosa ha a dire von der Leyen, che prima del voto dell’Aula parlerà proprio all’emiciclo riunito a Strasburgo. Molti dei voti degli italiani sono tutti da conquistare.