Bruxelles – Tutti contro i Patrioti. Comincia in salita la permanenza all’Eurocamera del gruppo sovranista fondato da Viktor Orbán: le altre famiglie politiche hanno deciso di escludere gli 84 eurodeputati euroscettici dalla spartizione degli incarichi negli uffici di presidenza delle commissioni parlamentari. “Chi è contro il progetto europeo non può rappresentare il Parlamento”, ha dichiarato secco il leader dei popolari (Ppe), Manfred Weber.
Nella notte, l’accordo di massima per confermare il cordone sanitario che già nella scorsa legislatura aveva impedito al gruppo Identità e Democrazia di accedere alle posizioni di peso nelle commissioni dell’Eurocamera. Il cambio di casacca di Salvini, Le Pen e dei partiti che hanno aderito al progetto lanciato da Orbán non ha cambiato la sostanza. In base al metodo d’Hondt, una sorta di algoritmo utilizzato per l’attribuzione dei seggi, al neo-gruppo di estrema destra sarebbero spettate due presidenze: quelle delle commissioni Trasporti (Tran) e Cultura (Cult). Ma, come confermato da fonti dell’Eurocamera, le presidenze delle due commissioni – e le vicepresidenze previste per Patriots for Europe (PfE) – “saranno redistribuite tra i gruppi della maggioranza”.
Secondo l’accordo – che dovrà essere confermato alla sessione plenaria di Strasburgo mercoledì prossimo -, il Ppe si sarebbe aggiudicato la presidenza delle commissioni Industria ed energia (Itre), Affari esteri (Afet), Agricoltura (Agri), Controllo dei bilanci (Cont), Pesc (Pech), Affari costituzionali (Afco), mentre ai Socialisti spetterebbero i portafogli Ambiente (Envi), Commercio (Inta), Sviluppo regionale (Regi), Affari economici e monetari (Econ), Diritti delle donne e eguaglianza di genere (Femm). Ai liberali di Renew le commissioni Sviluppo (Deve), Affari legali (Juri) e Difesa (Sede), ai Verdi Mercato interno (Imco) e Diritti umani (Droi), alla Sinistra europea la commissione Lavoro (Empl). A quanto si apprende, il o la presidente della commissione Ambiente sarà un membro della delegazione del Partito Democratico.
Il cordone sanitario – come d’altronde già nella passata legislatura – non sarà applicato all’altra grande famiglia della destra all’Eurocamera, quella espressione del Partito dei Conservatori e Riformisti europei, guidati da Giorgia Meloni. Il gruppo di Ecr, momentaneamente la quarta forza al Parlamento europeo dopo Ppe, S&d e PfE, manterrà la presidenza della commissione Bilanci (Budg). Ai conservatori sarebbe dovuta andare anche la commissione Libertà civili e Giustizia (Libe), ma fonti dell’Eurocamera confermano che alcune delegazioni “avrebbero sollevato questioni di opportunità politica” sulla possibilità di consegnare la presidenza di una commissione importante come la Libe al gruppo guidato dal meloniano Nicola Procaccini. Di qui lo scambio: la Libe sarà guidata dal Ppe, che nel frattempo lascia la commissione Agricoltura ad Ecr.
Al suo arrivo ad una riunione del gruppo, il leader dei popolari Manfred Weber non ha lasciato dubbi sull’esclusione dei Patrioti dai giochi per le commissioni: “E’ chiarissimo che chiunque venga eletto dai popoli europei deve avere l’occasione di lavorare qui nel Parlamento Europeo come membro eletto”, ha dichiarato Weber, ma “un’altra questione è chi rappresenta le istituzioni: e coloro che vanno contro il progetto e le istituzioni europee, come Viktor Orban, che ha detto pubblicamente di voler smantellare il Parlamento Europeo, non possono rappresentare il Parlamento Europeo come istituzione”. Al presidente dei popolari ha risposto duramente il capodelegazione della Lega, Paolo Borchia: “Nessuna lezione di democrazia da Weber e compagni, da chi da tempo in Ue è al guinzaglio delle sinistre estremiste e ideologiche”, ha attaccato in una nota.
All’incontro era presente anche Ursula von der Leyen, che sta intensificando il giro di trattative con i gruppi politici in vista del voto dell’Eurocamera del 18 luglio che potrebbe sancire il suo bis a capo della Commissione europea. I franchi tiratori potrebbero annidarsi proprio dove non ti aspetti, nel gruppo che l’ha candidata. E che ora che sembra fatta per gli incarichi parlamentari, chiede garanzie a von der Leyen sulla composizione del futuro collegio dei commissari. “Niente allineamenti” tra i portafogli dei commissari e le presidenze della commissioni parlamentari, spiega una fonte interna al Ppe. In sintesi, per i popolari la questione ruota soprattutto attorno al Green Deal: se la commissione Ambiente all’Eurocamera sarà a guida S&d, il commissario Ue per l’ambiente non potrà essere socialista.