Bruxelles – Quattro anni dopo l’approvazione, la Commissione europea torna sui suoi passi e apre un’indagine approfondita sugli aiuti di Stato tedeschi a Lufthansa durante la pandemia. Sei miliardi con cui Berlino, nell’estate del 2020, ha supportato la compagnia aerea nel ripristinare il bilancio e la liquidità: inizialmente avallata da Bruxelles, perché considerata in linea con le norme Ue sugli aiuti di stato, la maxi-misura è stata annullata l’anno scorso da una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea. Ed ora, ci vuole rimettere le mani anche la Commissione.
A pochi giorni dal sudatissimo ‘si’ alla fusione con Ita Airways, la compagnia tedesca – che tra le altre detiene anche Air Dolomiti – è ancora tra i dossier della Commissione europea. Il pacchetto di ricapitalizzazione approvato da Bruxelles il 25 giugno 2020 consisteva in una componente azionaria di 306 milioni di euro e in due componenti di strumenti ibridi, la Silent Participation I di 4,7 miliardi di euro con caratteristiche di strumento azionario non convertibile e la Silent Participation II di 1 miliardo di euro con caratteristiche di strumento di debito convertibile. Per la Commissione, la misura era compatibile con i vincoli Ue sugli aiuti Stato, allargati nel quadro di riferimento temporaneo durante l’epidemia di Coronavirus.
Le garanzie richieste a Lufthansa consistevano nel divieto di distribuire dividendi ed una rigorosa limitazione della remunerazione dei suoi dirigenti. Inoltre, Lufthansa ha dovuto cedere fino a 24 slot al giorno negli aeroporti di Francoforte e Monaco per consentire alle compagnie concorrenti di stabilirvi una base.
Tuttavia, il 10 maggio 2023 il tribunale Ue ha annullato il via libera della Commissione. Secondo i giudici, l’esecutivo Ue aveva “commesso diversi errori, in particolare ritenendo che Lufthansa non fosse in grado di ottenere finanziamenti sui mercati per la totalità del suo fabbisogno”. La Commissione non aveva inoltre richiesto l’inserimento di alcun meccanismo “che incentivasse Lufthansa a riacquistare la partecipazione della Germania nel più breve tempo possibile”. Il ricorso presentato da Lufthansa contro la sentenza Ue è ancora pendente.
Ora, parallelamente al contenzioso tra la corte europea e Lufthansa, anche Bruxelles ha deciso di riesaminare la misura di capitalizzazione. In particolare, spiega la Commissione in una nota, l’indagine si concentrerà sull’ammissibilità dell’aiuto di Stato a Lufthansa, sulla necessità di un cosiddetto “step-up” – o meccanismo per incentivare l’uscita dello Stato dal capitale della compagnia -, il prezzo delle azioni al momento di una potenziale conversione del Silent Partecipation II in azioni, l’esistenza di un significativo potere di mercato negli aeroporti diversi da Francoforte e Monaco, almeno negli aeroporti di Dusseldorf e Vienna, e infine alcuni aspetti degli impegni strutturali imposti a Lufthansa.