Bruxelles – Ursula von der Leyen ha bisogno di un Partito Popolare europeo (Ppe) compatto, che le garantisca la base consistente di voti necessari alla sua conferma alla guida della Commissione europea. Mentre è a caccia di voti al di fuori dalla coalizione con socialisti e liberali, non può rischiare pugnalate dalla propria famiglia politica. Oggi (4 luglio) si è assicurata l’appoggio degli 8 eurodeputati di Forza Italia. Il capodelegazione Fulvio Martusciello, a margine di un bilaterale con la leader Ue, ha confermato: “Ci sono tutte le condizioni per avere tutti i voti della delegazione Italiana”.
Fino ad ora, il vicepremier italiano e leader forzista, Antonio Tajani, è stato tra i più oltranzisti all’interno del Ppe per quanto riguarda il possibile allargamento della maggioranza ai Verdi, che consentirebbe a von der Leyen di contare su un cuscinetto di circa 40 voti oltre i 361 necessari. Un’apertura ritenuta “inaccettabile”, perché le urne hanno decretato la sconfitta – o quanto meno il ridimensionamento – del movimento ecologista. Viceversa, anche per logiche nazionali, Tajani ha insistito per un avvicinamento ai conservatori di Giorgia Meloni, che dopo le elezioni del 9 giugno sono diventati il terzo gruppo all’Eurocamera.
Ma von der Leyen non ha margini di scelta: se cercasse l’appoggio della destra, salterebbe la maggioranza con socialisti e liberali, che hanno posto chiaramente una linea rossa davanti al partito guidato dalla presidente del Consiglio italiana. Un pericoloso gioco di equilibrio spiegato perfettamente da Bas Eickhout, copresidente del gruppo dei Verdi, che lunedì ha incontrato von der Leyen e ha ribadito la volontà del gruppo di sostenerla. Aprendo alla destra “magari puoi guadagnare 25 deputati della delegazione italiana (di Fratelli d’Italia, ndr), ma ne perdi una ventina dagli S&d, e non sarebbe una maggioranza stabile”.
Negoziato ed incassato l’appoggio dei Verdi, a von der Leyen non resta che serrare i ranghi del Ppe, rassicurando i suoi sul nuovo corso che vuole imprimere al Green Deal. “Abbiamo ottenuto ampie rassicurazioni su un approccio moderato rispetto al Green Deal che garantisca la competitività. Abbiamo chiesto che non ci sia più un super commissario al Green Deal ma che le deleghe vengano divise e assegnate a seconda del reale impatto e competenza. Abbiamo chiesto una semplificazione perché non sia un’Europa delle regole e una politica industriale non intrisa da posizioni ideologiche”, ha dichiarato Martusciello dopo l’incontro con von der Leyen.
Alle richieste degli azzurri, la presidente avrebbe ribadito “la grande importanza che riveste l’Italia e il grande rispetto nei confronti del governo italiano”.