Bruxelles – L’allentamento delle restrizioni di politica monetaria non sono dipese tanto dai dati e dal generale andamento dell’economia, quanto da scelte “altre” ben precise. La riduzione dei tassi di interesse operata dalla Bce a inizio giugno è, in sostanza, politica e non tecnica. A svelare le ragioni del taglio dello 0,25 per cento è la stessa Banca centrale europea, nel verbale di seduta del 6 giugno, messo a disposizione di addetti ai lavori e curiosi.
Quello che emerge è un consiglio direttivo diviso non tanto sulla decisione, quanto sull’andamento dell’economia. Alcuni membri, non menzionati esplicitamente, hanno sollevato dubbi circa l’affidabilità delle informazioni usate per guidare le scelte. Il gruppo di membri scettici ha ritenuto che i dati disponibili al momento della seduta del 6 giugno scorso “non abbiano aumentato la loro fiducia nella convergenza dell’inflazione verso l’obiettivo del 2 per cento entro il 2025, ma abbiano invece evidenziato una maggiore incertezza nelle prospettive”. Addirittura, questi membri ritenevano che “i rischi per le prospettive di inflazione fossero orientati al rialzo” anziché al ribasso.
Incertezze geopolitiche legate ai conflitti in corso, incognite legate alla propensione al consumo da parte delle famiglie, aumento dei salari che può spingere l’inflazione, mercato del lavoro soggetto a stress. Tutti fattori, si legge nel resoconto di seduta, che hanno suggerito che “il taglio dei tassi di interesse non era del tutto in linea con il principio della dipendenza dai dati e che era opportuno mantenere i tassi di interesse invariati” in occasione della riunione di giugno che ha invece deciso diversamente.
E’ stato l’economista capo della Bce, l’irlandese Philip Lane, a spingere per un taglio dei tassi di interesse e un allentamento delle politiche monetarie. Una scelta che ha lasciato perplessi, ma alla fine “è stata espressa la volontà di sostenere la proposta di Lane, nonostante le riserve avanzate”, si riconosce nel verbale. Quella della Bce, in sostanza, è stata una decisione politica. Anche per questa ragione nuovi tagli potrebbero essere congelati nei prossimi mesi. La parola al Consiglio direttivo, che tornerà a riunirsi l’18 luglio.