Bruxelles – La gestazione del nuovo gruppo ‘Patrioti per l’Europa’ al Parlamento Ue è iniziata, dopo il concepimento a Vienna domenica (30 giugno) per opera del primo ministro ungherese, Viktor Orbán, dell’ex-premier ceco e leader del partito populista liberal-conservatore Ano 2011 (ex-Renew Europe), Andrej Babiš, e del presidente del Partito della Libertà Austriaco (ex-Identità e Democrazia), Herbert Kickl. Se tutto andrà secondo i piani la nuova formazione politica a Bruxelles vedrà la luce lunedì prossimo (8 luglio), come anticipato dallo stesso deus ex machina del campo sovranista riorganizzato attorno alla figura del padre-padrone dell’Ungheria.
“Diventeremo un grande gruppo parlamentare più velocemente di quanto si pensi ora, ancora 4-5 giorni e molti saranno sorpresi”, ha annunciato Orbán nel corso di un’intervista a Magyar Nemzet, a proposito dell’imminente riunione costitutiva del nuovo gruppo con “tutti i patrioti appassionati del proprio Paese e che hanno a cuore l’Europa”. Spiegando il significato profondo dell’iniziativa politica lanciata due giorni fa a Vienna, il premier ungherese ha messo in chiaro che “noi non vogliamo un impero europeo, non vogliamo gli Stati Uniti d’Europa, non vogliamo un’eminenza grigia controllata da Bruxelles, vogliamo la sovranità nazionale e l’indipendenza sotto le nostre bandiere nazionali“. In realtà se si guarda a chi dovrebbe aderire a questa nuova formazione, sembra piuttosto un’operazione di rebranding dell’ormai defunto gruppo di Identità e Democrazia (Id), svuotato dall’interno con la fuoriuscita dei 6 eurodeputati austriaci di Fpö e dei 2 portoghesi di Chega, e il ben più che interesse della Lega (che conta 8 eletti a Bruxelles) a partecipare .
“Presto si uniranno anche gli italiani” (della Lega), sono le anticipazioni di Orbán sui membri del suo “gruppo paneuropeo nato nell’Europa centrale, ma che poi raccoglierà attorno a sé i partiti dell’Europa occidentale”. Dichiarazioni confermate non solo dal segretario della Lega, Matteo Salvini (“Siamo al lavoro”), ma anche dal presidente uscente del gruppo di Id, Marco Zanni, che in un’intervista a Il Corriere della Sera ha definito Patrioti per l’Europa “il progetto più interessante per l’alternativa in Europa“, dal momento in cui “il suo catalizzatore è l’insoddisfazione per un sistema che non funziona, e non cambia”. Lo stesso Zanni ha anche precisato che “il progetto è in continuità con tutto quello che Identità e Democrazia ha rappresentato in questi anni e anche prima, quando il gruppo si chiamava Europa delle Nazioni di cui Le Pen è stata cofondatrice”.
A proposito di Marine Le Pen, la figura catalizzatrice dell’estrema destra francese di Rassemblement National, è chiaro che tutto il frastagliato campo della destra europea è in attesa dei risultati del secondo turno delle elezioni anticipate in Francia in programma domenica (7 luglio) per lanciare le ambizioni – spesso in conflitto per i nazionalismi contrastanti dei partiti nazionali – per la decima legislatura del Parlamento Europeo. Non solo Patrioti per l’Europa – che ha fissato la data della riunione costitutiva per l’indomani del ballottaggio francese – ma anche il gruppo Id, che non a caso ha optato per posticipare la sua riunione costitutiva dal 3 luglio alla stessa data dell’8 luglio. Fra meno di una settimana si scoprirà se, come molto prevedibile, i 30 eurodeputati di Rassemblement National in ascesa metteranno fine all’esperienza di Identità e Democrazia per unirsi – insieme ai belgi di Vlaams Belang e gli olandesi di Partito per la Libertà – al nuovo progetto ‘patriottico’.
Per formare un nuovo gruppo parlamentare sono necessari non meno di 23 deputati da almeno un quarto degli Stati membri (7) e, in questo scenario di assorbimento di Identità e Democrazia in Patrioti per l’Europa, si avrebbero per il momento 74 deputati da 10 Paesi. Ma altri partiti più piccoli potrebbero unirsi, per superare i liberali di Renew Europe (76) al quarto posto tra i gruppi al Parlamento Ue. Ancora da valutare le intenzioni degli spagnoli di Vox e dei polacchi di Diritto e Giustizia (PiS), entrambi parte del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) insieme a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Il nodo dovrebbe essere sciolto nella giornata di domani (3 luglio), quando nell’ambito delle ‘giornate studio’ di Ecr a Brucoli (Siracusa) si terrà la riunione costitutiva del gruppo, già posticipata dal 26 giugno per le frizioni tra italiani e polacchi sulla distribuzione delle cariche.
Chi invece dovrebbe rimanere esclusa è la destra radicale tedesca Alternative für Deutschland (AfD), uscita rafforzata dalla prova delle elezioni europee del 6-9 giugno ma ancora emarginata dopo l’espulsione dal gruppo di Id a maggio. Dopo il ritiro ufficiale anche dal partito europeo annunciato domenica, nessuno ha più fatto aperture ai 15 eurodeputati tedeschi nell’ambito del nuovo gruppo di Orbán. Al contrario, il leghista Zanni ha escluso l’opzione: “Francamente non penso questo accadrà, per quanto riguarda noi, i francesi ma anche Orbán, non credo”. Ecco perché riprende forza il progetto del nuovo gruppo “I Sovranisti”, rimasto in stallo nell’ultima settimana. Una formazione guidata da AfD e a cui potrebbero accodarsi una schiera di piccoli e micro-partiti estremisti esclusi da Patrioti per l’Europa: dai bulgari filo-russi e anti-europeisti di Vazrazhdane (‘Rinascita’) all’ultra-destra populista polacca di Konfederacja, fino al movimento populista spagnolo Se Acabó La Fiesta (‘La festa è finita’), i nazional-conservatori greci di Movimento Patriottico Democratico – Vittoria (Nikh), gli irredentisti romeni di S.O.S. Romania e quelli ungheresi Movimento Nostra Patria, e i neofascisti slovacchi di Republika.