Bruxelles – Un’intesa lampo, a nemmeno tre settimane dalle elezioni europee. Ursula von der Leyen alla Commissione Europea, António Costa al Consiglio Europeo, Kaja Kallas come alta rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza. È fumata bianca al Consiglio Europeo sul pacchetto di nomine dei nuovi vertici delle istituzioni dell’Unione Europea, al termine di una discussione serale durata meno rispetto alle attese della vigilia. Poco più di un’ora di confronto tra i capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri Ue – agevolato dal clima positivo emerso già prima dell’inizio del vertice – infine culminato nel voto in sala tra i Ventisette.
Prevedibile ma non scontato il semaforo verde al pacchetto che circola da settimane a Bruxelles e già discusso alla cena informale del 17 giugno, perché al tavolo dei 27 leader tutto può cambiare anche all’ultimo secondo. Ma alla fine la base di partenza delle discussioni di oggi (27 giugno) ha retto senza alcuna sorpresa, così come tracciato dall’intesa tra i sei negoziatori delle tre famiglie politiche europee che reggono la maggioranza centrista al Parlamento Europeo, ovvero popolari, socialisti e liberali. Si sono accodati praticamente tutti gli altri leader Ue, fatta eccezione per la prima ministra italiana, Giorgia Meloni, che si è astenuta su von der Leyen ma ha bocciato Kallas e Costa, e il collega ungherese, Viktor Orbán, che aveva messo in chiaro senza dubbi la sua posizione di opposizione dura, ma alla fine ha dato il via libera a Costa e si è astenuto su Kallas.
“Missione completata“, ha esultato il presidente del Consiglio Europeo uscente, Charles Michel, primo a comunicare ufficialmente che Costa è stato eletto come suo successore (a partire da dicembre), von der Leyen è stata proposta come candidata a succedere a se stessa alla guida della Commissione e dovrà ora ricevere l’approvazione del Parlamento Ue alla sessione inaugurale a Strasburgo (potenzialmente “già il 18 luglio”, ha reso noto la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola), e Kallas è la candidata nominata come alta rappresentante Ue e dovrà ricevere l’accordo sia della presidenza della Commissione sia del Parlamento Ue in occasione del via libera all’intero Collegio dei commissari (in quanto anche vicepresidente dell’esecutivo dell’Unione). “Presto saremo parte di questa squadra europeista”, è stato il saluto del futuro successore di Michel, collegato in remoto dal Portogallo. “Abbiamo molte sfide davanti a noi, ma l’Unione ha dimostrato resilienza nell’unità“, ha sottolineato Costa, mettendo in chiaro che “costruire l’unità sarà la mia priorità, a partire dall’agenda strategica” adottata dal Consiglio Europeo questa sera.
“È una responsabilità enorme in questo momento di tensioni geopolitiche“, sono le prime parole della candidata designata come successora di Josep Borrell, che promette di “lavorare per raggiungere l’unità dell’Ue, proteggere gli interessi e i valori dell’Ue nel mutato contesto geopolitico e costruire partenariati globali”. A questo punto per Kallas ci sarà il passaggio obbligato dell’audizione al Parlamento Europeo, ma già guarda all’opportunità di “lavorare a stretto contatto con Costa e von der Leyen”, due politici con cui “ho già lavorato fianco a fianco per diversi anni e continuerò a farlo con piacere, ho molto rispetto per entrambi”.
In conferenza stampa al termine del Consiglio Europeo, la candidata confermata alla guida della Commissione ha voluto ringraziare i leader per “l’appoggio al mio secondo mandato, sono entusiasta di condividere questo momento con Costa e Kallas”. La presidente von der Leyen ha ricordato che adesso servirà il voto di conferma della maggioranza dei 720 eurodeputati, “dopo che presenterò le linee politiche al Parlamento Europeo per il prossimo mandato”. L’appuntamento sarà quasi certamente in programma per la sessione plenaria del 16-19 luglio (il ‘quasi’ dipende solo dalla definizione dell’agenda l’11 luglio), la stessa in cui si terrà in parallelo l’elezione della presidenza dell’Eurocamera. Anche in questo caso, è sul tavolo della maggioranza centrista una conferma al vertice, con il pacchetto di nomine che in modo informale includeva anche la presidente uscente, Roberta Metsola, per succedere a se stessa.