]Bruxelles – “Nessuna apertura ai verdi”. Semmai, “aprire ai conservatori” di Ecr. Il ministro degli Esteri e vicepresidente del Ppe, Antonio Tajani, traccia la linea dei popolari per le nuove alleanze in Parlamento e fuori. Posizioni che vanno contro i ‘desiderata’ di socialisti e liberali, che pure hanno escluso cooperazioni con i conservatori. Ma, spiega Tajani, “bisogna fare attenzione a escludere i conservatori perché altrimenti poi vanno a parlare con Marine Le Pen” e le forze di destra estrema, come dimostrato dai contatti tra la stessa leader di Rassemblement National e il partito di governo in Italia.
La visione del Ppe è dunque quella di includere la destra considerata come estrema ed euro-scettica all’interno della famiglia europea, per evitare che il gruppo Ecr possa ingrossare le forze ancor meno europeiste. E’ l’unico modo “per avere una destra moderata”, sostiene Tajani. Così facendo si includerebbe nei giochi parlamentari anche il partito europeo guidato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
L’apertura di Tajani, che è un’apertura del Ppe, ai conservatori, viene spinta dal fatto “che non esistono maggioranze alternative” a quella tra popolari, socialisti e liberali. E, ribadisce il ministro degli Esteri, siccome “il Ppe è il partito che ha vinto le elezioni mentre gli altri le hanno perse”, i popolari cercano di forzare la mano e dettare la linea quanto più possibile.
Tanto è vero che Tajani insiste sulla necessità di una legislatura intera a guida Ppe in Parlamento europeo. “Personalmente sono scettico su un mandato di cinque per il presidente del Consiglio europeo” per un socialista, ma “se Costa vuole restare fino alla fine allora anche Roberta Metsola dovrà farlo” alla testa dell’altra istituzione.
C’è poi una questione di programmi. Per il Ppe il Green Deal non è in discussione, e non potrebbe essere altrimenti visto che è un marchio di fabbrica di Ursula von der Leyen, che proprio grazie a questo impegno si fece eleggere dal Parlamento la prima volta cinque anni fa. Ma, sottolinea Tajani, “serve la via del pragmatismo ambientista, non l’ideologia”. Un riferimento all’approccio dei Verdi europei, che non aiuta a lavorare nella legislatura che si sta per aprire.