Bruxelles – Niente presidenza, ma per il momento la prima vicepresidenza. Il Partito Democratico si porta a casa la seconda carica più importante all’interno del gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) al Parlamento Ue, facendo eleggere l’eurodeputata Camilla Laureti come prima vice della presidente Iratxe García Pérez, confermata ieri (25 giugno) al primo round della riunione costitutiva del gruppo. “La mia prima intenzione, condivisa anche con la delegazione del Pd, è quella di contribuire all’unità e alla forza del gruppo S&D”, sono le prime parole di Laureti nella sua nuova veste istituzionale all’interno della famiglia europea dei socialdemocratici: “Il nostro gruppo può essere e sarà una forza fondamentale nel plasmare il futuro dell’Europa“.
La nomina di Laureti è arrivata questa mattina (26 giugno) durante il secondo round della riunione costitutiva del gruppo, che aveva in agenda l’elezione dei 9 vicepresidenti e del nuovo tesoriere, che sarà il finlandese Eero Heinäluoma. Insieme all’eurodeputata del Pd – confermata alle elezioni europee del 6-9 giugno dopo essere subentrata a inizio 2022 dopo la morte dell’ex-presidente dell’Eurocamera David Sassoli – nell’ufficio di presidenza siederanno anche l’olandese Mohammed Chahim, la tedesca Gaby Bischoff, il francese Christophe Clergeau, la portoghese Ana Catarina Mendes, la belga Kathleen Van Brempt, il greco Ioannis Maniatis, la svedese Heléne Fritzon e il maltese Alex Agius Saliba.
“In un mondo in tumulto, ci troviamo a uno snodo cruciale nella storia dell’Unione“, ha sottolineato nel suo intervento Laureti, ricordando che “il mandato che sta per iniziare vedrà la destra, e non solo, attaccare il Green Deal, chiedere di indebolire la dimensione sociale e verde della Politica Agricola Comune, chiedere meno investimenti pubblici e più liberalizzazioni in nome della competitività”. Tuttavia l’agenda S&D “è diversa” e si basa “su un’idea diversa di Europa”, ovvero quella “di Altiero Spinelli, Ursula Hirschmann, Jacques Delors“. Per questo motivo l’eurodeputata italiana ha invocato unità “se vogliamo guidare la lotta contro le forze nazionaliste e di estrema destra”, già a partire “dall’inizio di questo mandato, nel difficile scenario attuale della presidenza di Orbán” del Consiglio dell’Ue, al via il primo luglio (fino al 31 dicembre).
Con 21 eurodeputati eletti, la delegazione italiana del Partito Democratico è la più numerosa all’interno del gruppo S&D (di 136 membri), davanti a quella spagnola del Partito Socialista Operaio Spagnolo (20). Tuttavia il Pd ha deciso di non proporre alcun candidato alla presidenza del gruppo, con le trattative che sono state gestite direttamente dalla segretaria, Elly Schlein, tra Roma e Bruxelles (dove il 21 giugno ha incontrato personalmente García Pérez). A margine della riunione di ieri il capo-delegazione del Pd, Brando Benifei, ha annunciato che Schlein ha strappato un accordo “chiaro, trasparente e pubblico”, grazie al quale a metà mandato (a inizio 2027) “uno dei top job del Parlamento” spetterà al Partito Democratico. O La presidenza dell’Eurocamera – che tra due anni e mezzo dovrebbe passare dai popolari ai socialisti – o la leadership del gruppo, in un’ipotetica staffetta alla guida dei socialdemocratici al giro di boa della decima legislatura.