Bruxelles – In vista del primo turno delle elezioni per l’Assemblea nazionale in Francia (30 giugno) i rappresentanti dei tre maggiori schieramenti si sono sfidati in un dibattito in diretta televisiva su Tf1. Tre visioni completamente diverse per il futuro della Francia esplicate da Jordan Bardella, candidato primo ministro per il Rassemblement national (Rn), Gabriel Attal, attuale primo ministro e ricandidato per la maggioranza macronista e Manuel Bompard, membro della France Insoumise e designato dal Nuovo fronte popolare per spiegare le posizioni della coalizione di sinistra agli ascoltatori. Un dibattito di quasi due ore organizzato con domande e risposte e con frequenti battibecchi tra i leader politici. I due conduttori Anne-Claire Coudray e Gilles Bouleau sono però stati capaci di far rispettare i tempi di parola e verificare le affermazioni dei politici ed evidenziare anche le affermazioni false.
Un dibattito acceso ma non scorretto
“Sarò il primo ministro del potere d’acquisto”, ha attaccato subito Jordan Bardella sottolineando come i francesi siano in difficoltà a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei carburanti. Per ovviare a questo problema il Rassemblement national propone l’abbattimento dell’Iva su questi prodotti facendola passare dal 20 per cento al 5,5. Una misura che potrebbe costare addirittura 17 miliardi di euro, ma che per Bardella verrebbe finanziata tassando gli extraprofitti avuti dalle aziende petrolifere ed energetiche negli ultimi anni e riducendo il budget destinato all’Ue. Proprio sul finanziamento delle varie riforme che Rn vorrebbe attuare, come quella pensionistica, il candidato primo ministro ha subito gli attacchi degli altri esponenti che valutano irrealizzabili le misure proposte. Anche nei giorni precedenti Bardella è stato punzecchiato sul costo delle riforme che vorrebbe attuare e non sempre è stato capace di rispondere in modo concreto su come intende agire.
Bardella bégaye en direct et s’effondre, après n’avoir pas su répondre à une question sur son programme pic.twitter.com/NP8SQ8t9V9
— L’insoumission (@L_insoumission) June 24, 2024
Gabriel Attal ha cercato di portare all’attenzione degli ascoltatori il fatto di essere l’attuale primo ministro e di conoscere bene, e meglio degli avversari, come funziona la gestione dello Stato. Agli attacchi che arrivavano Attal ha rivendicato le proprie decisioni, anche quelle impopolari come la riforma delle pensioni, sostenendo che erano le misure corrette da attuare per garantire alla Francia un futuro prospero. Il primo ministro poi è passato al contrattacco sottolineando la diversità e la stranezza delle composizioni dei due schieramenti rivali: da una parte il Rassemblement national unito con i repubblicani e dall’altra tutti i partiti della sinistra uniti per raggiungere la maggioranza. Al riguardo del Nuovo fronte popolare Attal ha ribadito come: “sono talmente litigiosi da non essere nemmeno capaci di designare un candidato primo ministro”. Attal è stato spesso attaccato dagli altri partecipanti al dibattito per la suo “farsi professore” che cerca di spiegare agli altri cose che nemmeno lui comprende.
Dans la France de Jordan Bardella, un ouvrier de 31 ans doit payer des impôts mais un consultant ou un trader de 29 ans en est exonéré.
C’est hors-sol. C’est complètement hors-sol. pic.twitter.com/L7OPvCsVaT
— Gabriel Attal (@GabrielAttal) June 25, 2024
Manuel Bompard a differenza di Bardella e Attal non è il candidato primo ministro della propria coalizione, ma il rappresentate scelto dal Nuovo fronte popolare per spiegare le proposte della sinistra durante il dibattito. Anche per Bompard la situazione della riduzione dei costi dell’elettricità e dei carburanti è una priorità, per ottenere questo propone un sistema di blocco dei prezzi sul modello di quanto esiste già all’isola della Reunion (un territorio francese al largo del Madagascar). Il rappresentante del Nuovo fronte popolare ha anche rilanciato dichiarando che: “I francesi hanno visto la più grande riduzione del potere d’acquisto negli ultimi 40 anni”, ma l’affermazione è stata subito contestata da Gilles Bouleau che ha riportato come in realtà il potere d’acquisto è salito del 25 per cento negli ultimi 24 anni, ben più che nel resto dell’Ue. Un momento cruciale del dibattito è stato il confronto sull’immigrazione tra Bardella e Bompard, con quest’ultimo che ha sottolineato come con le regole che il Rassemblement national vuole attuare lo stesso Bardella (di origine italiana) non avrebbe ottenuto la cittadinanza.
Personne ne part de son pays par plaisir. La première chose à faire est de s’attaquer aux causes qui forcent les gens à l’exil. J’assume de dire que quand une personne arrive en France, elle doit être accueillie dignement.
Les travailleurs immigrés occupent des emplois… pic.twitter.com/BNaOHATrF9
— Manuel Bompard (@mbompard) June 25, 2024
Conto alla rovescia verso il primo turno delle legislative
Gli schieramenti che si presenteranno ai francesi alle elezioni sono chiari. All’estrema destra c’è Reconquête, il partito di Éric Zemmour, che dopo non aver chiuso l’accordo con Rassemblement national ha deciso di correre in solitaria, pur non presentando i propri candidati in alcuni collegi per facilitare l’elezione dei deputati del Rn. Inoltre Reconquête ha già detto che al secondo turno nei collegi dove i suoi candidati non avranno ottenuto i voti necessari per parteciparci sosterà il Rassemblement national. Bardella e Rn (di cui è presidente) hanno chiuso un accordo storico di collaborazione con il partito Repubblicano di Eric Ciotti, rompendo il così detto ‘cordone sanitario’ che imponeva ai partiti moderati di non collaborare con gli estremisti di destra, considerati eredi della Francia di Vichy. La decisione del presidente dei repubblicani ha spaccato il partito (che l’ha espulso per poi essere reintegrato da un giudice) e molti esponenti hanno deciso di correre contro i candidati comuni del Rassemblement national e dei Repubblicani. Nonostante questo François-Xavier Bellamy, uno dei principali membri della corrente contro Ciotti ha già dichiarato che al ballottaggio non sosterrà mai né un candidato macroniano né uno del Nuovo fronte popolare. Completano lo schieramento i candidati della maggioranza di governo frutto dell’accordo tra vari partiti di centro e il Nuovo fronte popolare, creatura politica nata dall’unione di tutti i partiti della sinistra.
Le elezioni che si terranno domenica 30 giugno per il primo turno e domenica 7 per il secondo sono quelle convocate con un minor preavviso nella storia della quinta repubblica francese. La scommessa del presidente Emmanuel Macron è stata quella di sparigliare le carte dopo che i francesi hanno dato un larghissimo consenso (oltre il 30 per cento) all’estrema destra del Rassemblement national. Con così poco tempo a disposizione la campagna elettorale è stata ricca di colpi di scena in tutti gli schieramenti con tradimenti e unioni difficilmente pronosticabili alla vigilia. Se l’azzardo di Macron risulterà vincente lo si intuirà la sera del 30 giugno, ma decisiva sarà per lui la sua posizione al centro dello schieramento per il secondo turno. Se i candidati della maggioranza riusciranno ad accedere al ballottaggio il presidente può sperare che gli elettori di destra che si trovano davanti la scelta tra il centro e la sinistra votino per il suo candidato, e allo stesso tempo che un elettore del Nuovo fronte popolare voterà il candidato centrista e non quello dell’estrema desta.