Bruxelles – L’obiettivo di ampio respiro è quello di un’Unione europea più forte, in grado di rispondere alle sfide geo-politiche, climatiche e commerciali che si profilano all’orizzonte. Un impegno che i capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri intendo raggiungere attraverso una promessa che è anche un programma: “Rafforzeremo la nostra capacità di agire per diventare più influenti nel mondo“. E’ il punto chiave dell’agenda strategica che i leader allegano alle conclusioni del vertice del Consiglio europeo, visionate da Eunews, e che sembra voler rilanciare quell’Europa geopolitica venuta a mancare negli ultimi anni nonostante le migliori intenzioni.
Il punto vero, forse epocale per un’Unione nata come progetto di pace, è la declinazione meno-pacifica, qualcuno potrebbe dire ‘orwelliana’ del pilastro: la pace è investimento politico e finanziario nell’industria della difesa. “Rafforzare la nostra sicurezza e difesa e proteggere i nostri cittadini” è il titolo del capitolo dell’agenda strategica dedicato al tema. “Investiremo molto di più e meglio insieme“, l’impegno dei Ventisette, che passa per una rivoluzione copernicana tutta a dodici stelle. “Miglioreremo l’interoperabilità tra le forze armate europee“, dopo decenni di tentativi andati a vuoto. E’ il passo che segna l’inizio di una costruzione di un vero esercito europeo. Per questo i leader si impegnano a migliorare “urgentemente” le condizioni per espandere l’industria europea della difesa creando un mercato europeo della difesa meglio integrato e promuovendo appalti congiunti, progetti faro e iniziative di difesa di interesse comune in tutta l’Ue. Resta fermo il ruolo chiave della Banca europea per gli investimenti (Bei) in questo impegno.
Per poter essere influente sullo scacchiere internazionale l’Ue intende rilanciare la propria competitività. Tra il rapporto Letta e il rapporto Draghi su mercato unico e competitività e ciò che ne potrà seguire si gioca una fetta importante dell’agenda strategica adottata per il nuovo ciclo istituzionale 2024-2029. L’intenzione qui è rafforzare “ulteriormente” il mercato unico, “in particolare nei settori dell’energia, della finanza e delle telecomunicazioni”. Altri impegni di lavoro: completamento del mercato unico dei capitali, eliminazione delle barriere ingiustificate, “in particolare in relazione ai servizi e ai beni essenziali”, e parità di accesso al mercato unico attraverso una migliore connettività.
Restano fermi il Green Deal e gli impegni per la sostenibilità, da cui non si torna indietro. Una nuovo ciclo istituzionale Ue all’insegna della continuità, con alleanze e soprattutto vertici di Commissione e Parlamento Ue immutati rispetto alla legislatura appena chiusa, è certamente uno strumento a sostegno di questa ambizione. Perché, come recita l’agenda strategica, resta fermo l’obiettivo di fare dell’Europa “il primo continente neutro dal punto di vista climatico”. Vuol dire tradurre in pratica la doppia transizione verde e digitale, e investire ancora di più nel ‘clean-tech’, l’insieme delle soluzioni industriali e tecnologiche per ridurre le emissioni di CO2.
Per tutto questo serviranno risorse che l’Unione al momento non ha, e che ci si impegna a trovare. Il prossimo quadro finanziario pluriennale (Mff 2028-2034) “dovrà riflettere queste priorità”. Su questi i leader non hanno dubbi. Tutto andrà negoziato, e “a questo proposito, lavoreremo per l’introduzione di nuove risorse proprie“.
L’Ue non tradisce la sua voglia di commercio e libero scambio, e in questo senso restano fermi i principi di multi-lateralismo quale risposta alle tendenze protezionistiche, ma rispetto delle regole comuni. L’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) resta il punto di riferimento per un’Unione decisa a rinnovarla e rivitalizzarla da qui in avanti.
Ancora, Ucraina. I leader mettono nero su bianco, una volta di più, l’impegno incondizionato per il partner nella risposta all’aggressione russa. Sostegno finanziario, militare, di ricostruzione, di adesione.
L’agenda strategica dell’Ue contiene anche impegni in materia di immigrazione, che non fanno che confermare il patto sottoscritto a livello europeo. Lotta ai trafficanti di essere umani, smantellamento delle tratte, cooperazione con Paesi di origine e di transito per tutto ciò che riguarda rimpatri, ritorni e stop lungo le rotte i punti focali su cui i leader si dicono pronti a lavorare insieme.
E’ quest’ultima dicitura, il “lavorare insieme”, che può rappresentare la sfida principale del blocco dei Ventisette. Per fare dell’agenda strategica una storia di successo occorre “avanzare insieme”, come recita il capito di chiusura. Servirà un’Ue unita, il meno litigiosa possibile.