Bruxelles – Niente da fare, la Bulgaria non è pronta per l’adozione dell’euro. Tra tutti gli Stati membri dell’Ue senza la moneta unica è il Paese con il maggior numero di carte in regola e, di conseguenza, quello con le maggiori chance si allargare ulteriormente l’area dell’euro. Ma non soddisfa ancora un criterio, quello della stabilità dei prezzi. Complice anche un’inflazione superiore all’obiettivo di riferimento del 2 per cento e in aumento (2,5 per cento ad aprile e 2,7 per cento a maggio), la Commissione non può dare il via libera all’ingresso della Bulgaria in eurolandia dall’1 gennaio 2025, come avrebbe voluto il governo di Sofia.
Il rapporto sulla convergenza redatto come ogni anno a Bruxelles non dà scampo. “La Commissione ritiene che la Bulgaria non soddisfi le condizioni per l’adozione dell’euro”. Tutto da rinviare. Ancora. La Bulgaria ha cercato di diventare il ventunesimo Stato Ue con la moneta unica per quest’anno, ma senza riuscirci. La sostituzione del Lev con l’euro era stata quindi rinviata di un anno, e il rapporto della Commissione vuol dire nuovo slittamento, al 2026 se tutto va bene.
Sono quattro i criteri richiesti per poter adottare la moneta unica (noti come criteri di convergenza o parametri di Maastricht): la stabilità dei prezzi (misurata con l’inflazione); lo stato di salute dei conti pubblici (misurato con l’indice di debito e deficit in rapporto al Pil); la sostenibilità della convergenza (misurata con i tassi di interesse a lungo termine); la stabilità dei tassi di cambio (servono almeno due anni senza fluttuazioni importanti all’interno del Meccanismo dei tassi di cambio).