Bruxelles – Sostanze chiave per l’industria bellica vendute in Russia, nonostante i divieti. I dati ufficiali che vogliono chiusa ogni porta alla Federazione russa e al suo presidente Vladimir Putin, e il sospetto che ci siano scappatoie a favore della macchina da guerra del Cremlino. La nitrocellulosa è un mistero. L’Ue ha decretato il bando alle esportazioni poiché necessaria per realizzare il propellente per un’ampia gamma di sistemi di artiglieria lanciarazzi e lanciarazzi russi, compresi i sistemi di artiglieria tattici utilizzati in Ucraina. Eppure, denuncia l’europarlamentare del Ppe, Tomáš Zdechovský, i russi continuano ad avere rifornimenti.
Il deputato europeo chiede lumi su dati che vorrebbero esportazioni cresciute, e troppo. Gli acquisti di nitrocellulosa, denuncia, sarebbero “aumentati del 70 per cento nel 2022 e a metà del 2023 ammontavano a 3.039 tonnellate, quasi il doppio del livello del 2021”. E gli indiziati per questo giro di affari sono pochi. “Solo una manciata di aziende, con sede negli Stati Uniti, in Turchia, in Cina e in Germania, produce la sostanza e, secondo i rapporti, le aziende con sede nell’Ue sono tra quelle che producono la nitrocellulosa che viene poi spedita in Russia”.
C’è dunque il sospetto che qualcuno stia facendo affari con Mosca aiutandola a tenere accesi i propri missili. A Bruxelles però non si è al corrente di alcun tipo di traffico illecito, perché di questo si tratterebbe. “Le esportazioni di nitrocellulosa [verso la Russia] sono proibite”, taglia corto Valdis Dombrovskis, commissario per il Commercio chiamato a rispondere a nome dell’intero collegio dei commissari. Lo stop alle vendite sono state decretate ad aprile 2022, subito dopo l’avvio delle operazioni militari in Ucraina. Inoltre, continua Dombrovkis, “i dati sulle esportazioni comunicati dagli Stati membri indicano che non vi sono esportazioni dell’Ue verso la Russia per l’intero 2023“. Ancora, la Commissione “non è a conoscenza di operatori europei che esportano il prodotto in Russia”.
Cosa è successo o cosa possa essere successo non è chiaro. L’esecutivo comunitario è sicuro che il prodotto utile all’alimentazione dei razzi non è stato consegnato alla Russia di Putin, ma l’interrogazione che arriva sembra gettare ombre e l’avvio delle verifiche del caso. Perché il commissario per il Commercio, avverte: “Se si scopre che le aziende dell’Ue hanno fornito beni sanzionati alla Russia, saranno soggette a procedimenti penali ai sensi della legislazione degli Stati membri“.