Bruxelles – Subito il sorpasso, i liberali di Renew Europe si mettono al lavoro per recuperare i 3 seggi di scarto dal gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr). Una prima casella è stata riempita oggi (20 giugno) con l’ingresso di un nuovo membro belga, ma sono ancora intensi i contatti con eurodeputati non affiliati o fuoriusciti da altri gruppi al Parlamento Europeo per riprendere controllo del terzo posto – per numero di seggi – nell’emiciclo di Strasburgo.
A dare la notizia del primo movimento tra le fila di Renew Europe sono stati la presidente del gruppo, Valérie Hayer, e il segretario generale del Partito Democratico Europeo (e uno dei tre Spitzenkandidaten dei liberali europei alle elezioni di giugno), Sandro Gozi, accogliendo l’eurodeputato belga Yvan Verougstraete di Les Engagés, forza di centro-destra liberale che ha ritirato la propria adesione al Partito Popolare Europeo (Ppe) e ha fatto ingresso nella famiglia politica europea del Pde. “Insieme diventiamo più forti per contrastare l’estremismo in Europa“, è il benvenuto riservato dal segretario generale Gozi. Proprio Verougstraete aveva annunciato alla riunione costitutiva del gruppo del Ppe di martedì pomeriggio (18 giugno) la propria fuoriuscita per confluire nel gruppo di Renew Europe, e alla conferenza stampa di oggi con i leader dei liberali europei ha messo in chiaro di voler “rappresentare l’ala umanista e più progressista del partito”. Anche la presidente del gruppo Hayer si dice “immensamente orgogliosa di dare il benvenuto a un nuovo partito politico tra le nostre fila pro-europee”.
Con il gruppo che ora conta 81 membri (erano 80 dopo l’esito delle elezioni europee) Renew Europe punta al controsorpasso sugli 83 della destra conservatrice di Ecr (che ha visto un aumento di 10 nuovi membri nell’ultima settimana e mezza). “Credo che questo sia il primo di una serie di arrivi”, ha assicurato Gozi parlando alla stampa e anticipando che “nelle prossime settimane avremo la prova che le posizioni centriste di ragionevolezza e pragmatismo del Pde saranno estremamente attraenti“. Al netto dei contatti con gli eletti in partiti che non erano rappresentanti al Parlamento Europeo nell’ultima legislatura – e perciò devono cercare un’affiliazione in uno dei gruppi parlamentari – la strada sembra piuttosto in salita dopo le prime indiscrezioni sulle intenzioni dei 5 eurodeputati eletti tra le fila di Volt Europa. Il partito paneuropeo è membro del gruppo dei Verdi/Ale, ma dal 10 giugno è in trattative con Renew Europe per un possibile trasferimento degli olandesi Anna Strolenberg e Reinier van Lanschot, e dei tedeschi Damian Boeselager, Nela Riehl e Kai Tegethoff.
Secondo quanto riferito dal quotidiano olandese De Telegraaf, gli eurodeputati di Volt Europa sarebbero scettici sull’aderire a un gruppo tra le cui fila compaiono anche il controverso partito populista ceco di orientamento liberal-conservatore Ano 2011 (Azione dei Cittadini Insoddisfatti) e quello olandese Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (Vvd), che ha dato il semaforo verde a un governo con il partito di estrema destra anti-migrazione, anti-islamico e fortemente euroscettico Pvv (Partito per la Libertà). “Una delle ragioni della nostra esistenza è la lotta contro il populismo nazionale“, ha dichiarato il co-presidente di Volt Europa van Lanschot: “Non è quindi auspicabile per noi partecipare a un gruppo in cui fa parte Ano e in cui non vengono prese misure sufficienti contro partiti come il Vvd che lavorano con i populisti come il Pvv“. La decisione degli iscritti sulla proposta degli eletti sarà comunicata lunedì prossimo (24 giugno), ma le armi dei liberali europei per convincerli sono abbastanza spuntate, anche per il fatto che Renew Europe non può permettersi un’emorragia di 11 uscite a fronte di soli 5 ingressi (scenderebbe a 75).
Fonti interne al gruppo fanno sapere che al momento “non ci sono discussioni interne” sui 7 cechi di Ano 2011 (membro della famiglia europea dell’Alde), il cui leader, l’ex-premier Andrej Babiš – ben conosciuto a Bruxelles soprattutto per i suoi conflitti di interesse quando era primo ministro della Repubblica Ceca tra il 2017 e il 2021 – prima delle elezioni europee aveva ventilato la possibilità di uscire dal gruppo di Renew Europe. Per quanto riguarda gli olandesi di Vvd, invece, “c’è stata una discussione interna”, fanno sapere le stesse fonti, e il partito dell’Alde avrebbe deciso di inviare “una missione di osservazione” nei Paesi Bassi “per seguire il caso”. Nonostante a inizio maggio i leader di Renew Europe, dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D), dei Verdi/Ale e della Sinistra avessero firmato una dichiarazione congiunta in cui si impegnavano a non entrare in coalizioni con l’estrema destra “a qualsiasi livello”, è difficile pensare a un’espulsione dei 4 membri olandesi. Perché lo tesso tipo di alleanza sta reggendo il governo finlandese da quasi un anno, con il Partito Popolare Svedese di Finlandia (membro dell’Alde) come partner di minoranza dei conservatori del Partito di Coalizione Nazionale e l’estrema destra dei Veri Finlandesi, mentre dall’ottobre 2022 il governo svedese composto da Liberali svedesi (membri dell’Alde), Moderati e Democratici Cristiani (entrambi del Ppe) ha il supporto decisivo dall’esterno da parte dell’estrema destra dei Democratici svedesi.