Bruxelles – Sono settimane frenetiche nelle sale e nei corridoi del Parlamento Europeo a Bruxelles, con le delegazioni nazionali e i gruppi politici che stanno intensificando i lavori e i contatti per definire i reali rapporti di forza nella legislatura alle porte. È così che il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) è riuscito a diventare oggi (19 giugno) il terzo più numeroso al Parlamento Europeo, scalzando Renew Europe. Ma se per la prima volta la destra conservatrice è davanti nel testa a testa con i liberali europei, i conti si faranno solo alla fine. O meglio, alla sessione plenaria inaugurale a Strasburgo il 16-19 luglio, quando i 720 eurodeputati si siederanno nei rispettivi banchi e i gruppi politici potranno far pesare con esattezza il proprio peso nell’emiciclo.
A oggi, però, quello che dicono i numeri è che il gruppo di Ecr è salito a 83 membri, ammettendo 11 nuovi eurodeputati. Si tratta del danese Kristoffer Storm dei Democratici Danesi (Da), il bulgaro Ivaylo Valchev di C’è un popolo come questo (Itn), il lituano Aurelijus Veryga dell’Unione dei contadini e dei verdi di Lituania (Lvžs), i romeni Claudiu-Richard Tarziu, Gheorghe Piperea, Maria-Georgiana Teodorescu, Adrian-George Axinia e Serban Dimitrie Sturdza dall’Alleanza per l’Unione dei Romeni (Aur) e i francesi Marion Maréchal, Guillaume Peltier e Laurence Trochu, tutti e tre ex-Reconquête e pronti a fondare una nuova formazione nazionalista conservatrice (insieme a Nicolas Bay, già membro di Ecr da febbraio) dopo l’espulsione dal partito a causa delle polemiche interne prima delle elezioni anticipate in Francia. Questi 11 eurodeputati si uniscono ai 4 che hanno fatto ingresso nel gruppo mercoledì scorso (12 giugno): il croato Stjepo Bartulica di Movimento Patriottico (Dp), il cipriota Geadi Geadis del Fronte popolare nazionale (Elam), il lettone Reinis Poznaks di Lista Unita (As) e il lussemburghese Fernand Kartheise del Partito Riformista di Alternativa Democratica (Adr).
Ecr, che aveva inizialmente ottenuto 73 seggi alle elezioni europee del 6-9 giugno, ha mostrato non poca confusione nella comunicazione sui numeri delle ammissioni. Il dato rilasciato il 12 giugno sui 77 membri totali “non teneva conto dei cambiamenti politici avvenuti in Francia”, mette una pezza il gruppo in una nota, aggiungendo che “a causa del fatto che alcuni membri hanno dovuto essere riammessi [5, ndr]” il numero di 83 eurodeputati confermato oggi “sembra essere inferiore a quello che un lettore potrebbe aspettarsi dall’ultimo comunicato stampa”. Ora si attende la riunione costituiva del gruppo Ecr per mercoledì prossimo (26 giugno), in cui sarà eletta la presidenza. “Il mio ruolo è organizzare il fronte alternativo alla sinistra”, ha dichiarato a Milano la prima ministra italiana e presidente del Partito di Ecr, Giorgia Meloni: “Penso che qualche sorpresa sulle maggioranze che si costruiranno sui vari dossier al Parlamento Europeo potrebbe arrivare”.
Dopo I’annuncio del gruppo Ecr, è immediata la reazione dei liberali al Parlamento Ue. “È assolutamente prematuro, anche Renew Europe ha negoziati in corso con altre forze“, fanno sapere fonti interne al gruppo all’agenzia stampa LaPresse. “La corsa è partita, non finisce oggi, siamo bene allenati e vedremo chi arriva meglio alla fine, da veri liberal-democratici a noi la competizione piace moltissimo”. A oggi il gruppo Renew Europe conta 80 seggi, ma è in trattative da giorni con alcuni nuovi eletti e altri fuoriusciti dalle altre famiglie politiche europee, tra cui il belga Yvan Verougstraete di Les Engagés, membro del partito liberale francofono che si è appena ritirato dal gruppo del Partito Popolare Europeo (Ppe) e ha manifestato l’interesse ad aderire alla famiglia dei liberali all’Eurocamera.