Bruxelles – “Alla luce dei tentativi infruttuosi di risolvere la questione in via amichevole”, l’Ue rompe gli indugi e avvia una procedura di risoluzione delle controversie contro l’Algeria, colpevole secondo Bruxelles di aver imposto diversi ostacoli all’accesso al mercato per le imprese europee. Le autorità algerine starebbero contravvenendo così agli impegni di liberalizzazione degli scambi previsti dall’Accordo di associazione Ue-Algeria del 2005.
Le restrizioni imposte alle esportazioni e agli investimenti dell’Ue sarebbero cominciate dal 2021, subito dopo la conclusione di un’identica controversia avviata nel giugno 2020 tra Bruxelles e Algeri. Più corretto dire ‘ricominciate’, perché le misure commerciali protezionistiche da parte del Paese nordafricano erano state introdotte già a partire del 2015.
Dai prodotti agricoli al settore dell’automotive, queste restrizioni includono un sistema di licenze “che ha l’effetto di un divieto di importazione”, sussidi condizionati all’uso di fattori produttivi locali per i produttori di automobili e un limite alla proprietà straniera per le aziende che importano beni in Algeria. Misure che “danneggiano anche i consumatori algerini, a causa di una scelta di prodotti indebitamente limitata”, sostiene la Commissione europea.
Dal 2015, il valore delle esportazione totali dell’Ue in Algeria è diminuito costantemente, passando da 22,3 miliardi di euro a 14,9 miliardi nel 2023. Viceversa, l’import Ue dall’Algeria, dominato dai prodotti minerali, supera quota 40 miliardi di euro. Bruxelles ha fatto presente le proprie preoccupazioni alle autorità algerine e al presidente Abdelmadjid Tebboune, ma “senza successo”. Da qui la decisione di deferire la controversia al Consiglio di associazione Ue-Algeria, il primo passo di un procedimento formale di risoluzione delle controversie previsto dall’Accordo di associazione tra i due partner.
Bruxelles “intende trovare una soluzione reciprocamente soddisfacente durante le consultazioni per la risoluzione delle controversie”, garantisce la Commissione europea. Ma – in caso di mancato accordo -, l’Ue avrà il diritto, ai sensi dell’Accordo di associazione, di richiedere la costituzione di un collegio arbitrale e passare così a toni decisamente più pesanti. Con il rischio però di compromettere la strategia Ue di diversificazione delle forniture energetiche: dopo il taglio delle importazioni di gas dalla Russia, l’Algeria è diventata il secondo fornitore di gas all’Ue. Non solo, in ballo c’è anche il dialogo per dare vita a una partnership sull’idrogeno rinnovabile.