Bruxelles – I grandi del mondo nella piccola Fasano, in provincia di Brindisi. Ospiti della premier Giorgia Meloni, presidente di turno del G7, nel resort di Borgo Egnazia. Nel primo giorno del vertice, in agenda i dibattiti su Africa, Ucraina e Medio Oriente. È arrivato in Puglia anche Volodymyr Zelensky, domani sarà la prima volta del papa al G7. Ma a tenere banco è soprattutto la polemica sulla rimozione del riferimento al diritto all’aborto dalla bozza della dichiarazione finale dei leader.
Tra tutti i temi sul tavolo, Meloni pone l’accento sull’Africa. Ecco perché – spiega inaugurando i lavori – ha scelto di riunire i leader nel sud Italia, in una terra che si affaccia sul sud del mondo e nel cuore del Mediterraneo. “Come sapete, la Presidenza italiana ha voluto dedicare ampio spazio a un continente fondamentale per il futuro di tutti noi, che è l’Africa, che ci chiede un approccio diverso da quello che spesso abbiamo dimostrato in passato”, afferma la presidente del Consiglio.
Sulla rinnovata attenzione verso l’Africa, Meloni incassa – e non da oggi – l’appoggio dei leader dell’Ue. Per Ursula von der Leyen “il nostro partenariato con l’Africa si è trasformato da aiuto allo sviluppo in un partenariato tra pari“, secondo Charles Michel “non possiamo più evitare di aprire un dibattito serio sul multilateralismo e in particolare sulle banche multilaterali di sviluppo”. La presidente della Commissione europea avverte che “l’offerta del G7 deve essere migliore” di quelle di Cina, Russia e Medio Oriente, gli altri attori internazionali che hanno messo gli occhi sulle opportunità del continente. Deve cioè “offrire veri investimenti sostenibili a lungo termine, che creano posti di lavoro” per le comunità locali.
Insieme al Global Gateway, la strategia dell’Ue per sviluppare nuove infrastrutture nei Paesi in via di sviluppo, il governo italiano punta sul Piano Mattei e sulla Partnership for Global Infrastructure and Investment per “sostenere lo sviluppo delle nazioni più fragili soprattutto in Africa e in Asia”. Quest’ultimo è un progetto di corridoio economico e infrastrutturale per collegare India, Medio Oriente e Europa, sostenuto dal gruppo dei Sette. “Intendiamo creare tra questi tre progetti delle attività di sinergia per massimizzare gli sforzi e gli investimenti al fine di ottenere migliori benefici per tutti”, ha dichiarato la presidente del Consiglio.
Il tema, come sottolineato da Meloni, è indissolubilmente legato alla gestione delle migrazioni. “Mentre lavoriamo alle cause profonde” della migrazione, “abbiamo stipulato accordi con Paesi terzi. Si tratta di partenariati che seguono un approccio globale: qualunque accordo abbiamo con i Paesi terzi, deve rientrare molto chiaramente nel nostro insieme di regole e corrispondere ai valori europei“, ha assicurato von der Leyen, sotto accusa in questi mesi per aver siglato intese con regimi autoritari – Tunisia, ma anche Egitto e Mauritania – per fermare le partenze di persone migranti alla volta dell’Europea.
Sulla crisi in Medio Oriente, i leader di Canada, Germania, Francia, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti hanno espresso pieno supporto per il piano per la fine delle ostilità in tre fasi presentato da Joe Biden. “Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco immediato, del rilascio degli ostaggi e di una fine duratura a questa crisi. Siamo pronti a fare la nostra parte con un’azione rapida ed efficace per la ripresa e la ricostruzione che conducano a una soluzione a due Stati”, ha dichiarato in un post su X von der Leyen.
Sul fronte Ucraina, il vertice era chiamato a raggiungere un accordo per un prestito da 50 miliardi di dollari all’Ucraina, sostenuto dai rendimenti derivanti dagli asset russi congelati. Zelensky è ripartito soddisfatto da Borgo Egnazia, dichiarando su Telegram di aver riscontrato un “chiaro sostegno all’Ucraina, al diritto internazionale e alla pace giusta” e ringraziando i leader. A margine dei lavori, von der Leyen ha annunciato l’intesa, spiegando che “tutti i partner del G7 contribuiranno a questo prestito”.
Domani sarà la volta del dibattito sull’intelligenza artificiale generativa, su cui interverrà anche Papa Francesco. Alla partecipazione del pontefice è legato l’elemento di polemica che tiene banco già da prima dell’inizio dei lavori: l’Italia avrebbe insistito per rimuovere dalla tradizionale dichiarazione congiunta finale il punto in cui si sottolineava l’importanza di garantire “un accesso effettivo e sicuro all’aborto”. Scatenando l’irritazione di Francia e Canda, che chiedevano di rafforzare il documento finale del G7 di Hiroshima di un anno fa, che parlava di “accesso legale e sicuro”, ma anche degli Stati Uniti. A quanto si apprende, nell’incontro bilaterale tra Biden e Meloni previsto per domani, il presidente americano insisterà con la premier italiana sul tema dei diritti umani.