Del quadro post elezioni si è parlato ampiamente in questi giorni, su questo giornale ed ovunque. In due righe il commento generale è che il Parlamento non è passato in mano alle destre radicali, però siamo un po’ tutti preoccupati per quanto avviene in Francia e Germania, come anche per un tavolo del Consiglio europeo molto composito, con sempre più esponenti euroscettici. In tutto questo però sembra che la questione dei top jobs dell’Unione possa risolversi quasi in tranquillità. Questo voglio ancora vederlo, ma il messaggio che si fa passare è questo, in questo momento.
Abbiamo però tutti (o almeno non ho visto nessuno ricordarsene) dimenticato che il fatto che i governi europei siano oramai così diversi, con sempre più gabinetti in mano a forze per lo meno euroscettiche, qualcuna pro-russa, qualcuna che spera che Donald Trump vinca le elezioni negli Usa, porterà alla formazione di una Commissione europea molto simile al tavolo del Consiglio europeo.
Nella Commissione il presidente ha un potere molto forte, ma si tratta comunque di un collegio, e dunque ogni componente (che viene indicato dai governi nazionali) può dire, e fare, la sua. O anche non fare, come il commissario uscente all’Agricoltura polacco, secondo molti. In questi anni non è stato raro che il rappresentante ungherese si mettesse di traverso, seguendo la linea che il suo governo ha attuato in Consiglio. Certo, i posti più importanti sono stati in mano a persone di provata fede europeista, come la Concorrenza, o l’Economia, o la Salute.
Nel prossimo quinquennio cosa succederà? I fatti che accadranno, le emergenze da affrontare (che sono al momento sconosciute e potrebbero anche non essercene di nuove, ovviamente) se capitassero nella competenza che so, di un commissario euroscettico olandese? O di un filo russo ungherese?
Almeno sei o sette commissari (su 27) avranno questo profilo, e ancora sembra non essere stato chiarito chi, in Francia, in caso di coabitazione abbia il potere di nominare il rappresentante nell’esecutivo europeo.
Anche a prescindere da emergenze, nuove o vecchie, una Commissione con dentro almeno un quarto di commissari euroscettici è a forte rischio di blocchi, o per lo meno rallentamenti. Insomma, la terza gamba del potere europeo potrebbe riservare brutte sorprese anche nel lavoro “ordinario”.
Dunque bene, la presidenza è un problema che ci si racconta come risolto, anche una delle vice presidenze, quella che spetta all’alto rappresentante, sembra sarà affidata ad una capace politica europeista.
Resta il problema tra gli altri 25.