Bruxelles – Dopo la vittoria in Francia del Rassemblement National (Rn) alle elezioni europee, il presidente Emmanuel Macron ha sciolto il Parlamento e convocato nuove elezioni per il 30 giugno (primo turno) e 7 luglio (secondo turno). Nella storia della quinta repubblica francese è la chiamata alle urne con meno preavviso, e ha colto impreparati sia gli apparati dello Stato preposti a organizzare lo svolgimento del voto sia i partiti che cercano nuove alleanze. Se la sinistra ha firmato un’intesa per correre assieme, la destra sta ancora provando ad accordarsi. Ha fatto scalpore l’annuncio fatto da Éric Ciotti, presidente del partito Repubblicano (Lr), di voler trovare un’intesa con il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella. Sarebbe la prima volta che il partito figlio delle ideologie del presidente Charles De Gaulle si presenta alle elezioni alleato dell’estrema destra.
L’azzardo di Ciotti rischia di spaccare il partito Repubblicano
Durante un’intervista al programma televisivo ’13 heures’ dell’emittente TF1 Éric Ciotti ha dichiarato di voler trovare un accordo con le forze di destra per “fermare l’estremismo di sinistra e il malgoverno di Macron”. L’obiettivo è costituire un’alleanza, che nonostante le differenze, si riconosca nei valori della destra, e possa garantire dei seggi al partito: “Abbiamo bisogno di un accordo con il Rassemblement National, chiederò che i nostri deputati vengano rieletti”, ha dichiarato Ciotti. “Abbiamo posizioni sull’immigrazione molto simili con gli altri partiti di destra, perché dovremo continuare a farci la battaglia tra di noi?” ha rilanciato il presidente di Lr.
La dichiarazione di Ciotti ha fatto scatenare l’indignazione di membri del partito repubblicano. Olivier Marleix, capogruppo all’Assemblea nazionale, ha accusato Ciotti di parlare per se stesso e non per il partito chiedendo le sue dimissioni immediate. Valérie Pécresse, presidentessa della regione Île-de-France e candidata alla presidenza per i repubblicani nel 2022, ha rincarato la dose sostenendo che: “Non tutti possono essere comprati”. La decisione di Ciotti rischia di spaccare il partito che è stato capace di raccogliere circa il 7 per cento dei consensi alle europee. La decisione di aprire all’estrema destra trova comunque consensi all’interno dei Repubblicani con Guilhem Carayon, rappresentante dei giovani che ha definito di “buon senso” questa scelta. Risposte positive invece sono arrivati da Rn con Marine Le Pen che ha commentato la decisione di Ciotti come: “Coraggiosa ed evidenzia il suo senso di responsabilità”. Allo stesso tempo il Rassemblement National ha dichiarato di non essere interessato a un’alleanza con Reconquête, altro partito d’estrema destra guidato da Éric Zemmour.
Anche dall’Europa arrivano prese di posizioni contro un’eventuale alleanza tra Repubblicani e Rassemblement National. I primi fanno parte del Partito popolare europeo (Ppe), mentre i secondi sono iscritti a Identità e democrazia (Id), due famiglie politiche con ideali assai distanti. Il partito europeo dei Verdi/Efa in una nota ha condannato la scelta dei Repubblicani, attaccando anche Macron per “l’irresponsabilità d’aver creato questa situazione sciogliendo l’Assemblea nazionale”. Nonostante gli attacchi, Ciotti non si arrende e tira dritto per la sua strada, annunciando di non aver intenzione di dimettersi dalla carica di presidente.
Eric Ciotti n’engage que lui. Il doit quitter la Présidence des @lesRepublicains
— Olivier Marleix (@oliviermarleix) June 11, 2024
Un nuovo fronte a Sinistra per limitare la destra
Il clamoroso risultato dell’estrema destra alle elezioni europee ha spaventato i partiti di sinistra. Già nella notte di domenica 9 giugno molte persone si sono radunate nelle piazze spontaneamente per manifestare contro l’ascesa del Rassemblement National. In vista delle elezioni per il parlamento francese le forze della sinistra hanno deciso di correre in una lista unica. A farne parte saranno il Partito ecologista, France insoumise, il Partito comunista francese, il Partito socialista e Place publique. L’idea è quella di creare un blocco comune delle sinistre, sulla falsa riga del Fronte popolare che nel 1936 permise a Léon Blum di fermare l’avanzata delle destre.
Nonostante un accordo di massima sia già stato firmato dai partiti rimangono da chiarire ancora diversi punti. Raphael Glucksmann, neoeletto al Parlamento europeo nella lista di Place publique e del Partito socialista, ha ricordato che bisogna trovare una linea d’azione comune anche sulle questioni pratiche, non solo ideologiche. Per Glucksmann alcuni punti non possono essere messi in discussione come il sostegno finanziario e militare all’Ucraina. Inoltre la figura di Jean-Luc Mélenchon, leader di France insoumise, è ingombrante ma non dovrebbe essere, almeno secondo quanto dicono i socialisti, il candidato delle sinistre a capo del governo. Questo perché France insoumise ha preso meno voti il 9 per cento conto alle europee contro il 13 dei socialisti..
Ce soir, nous constituons un nouveau front populaire rassemblant dans une forme inédite toutes les forces de gauche humanistes, syndicales, associatives et citoyennes.
Avec des candidatures communes dans chaque circonscription et un programme de ruptures sociales et… pic.twitter.com/8nkXohTZpl
— Manon Aubry (@ManonAubryFr) June 10, 2024
Come funziona il sistema francese
Il sistema elettorale per eleggere l’assemblea nazionale funziona con un maggioritario su doppio turno. Il territorio viene diviso in 577 collegi (equivalenti al numero di seggi in Parlamento) e la lista che ottiene più voti dopo il secondo turno elegge il proprio rappresentante. Durante la prima votazione partecipano tutti i partiti e solo se un candidato ottiene più del 50 per cento viene eletto direttamente. Al contrario, i due candidati più votati o tutti quelli che ottengono almeno il 12,5 delle preferenze degli elettori iscritti (quindi è conteggiato anche chi non vota) accedono al secondo turno. Qui chi ottiene un singolo voto in più viene eletto. Questo sistema favorisce le forze politiche che riescono ad aggregare su di sé un ampio consenso tra gli elettori, anche di quelli non vicini alla linea del partito. Avere un alleanza con liste uniche tra più partiti può essere quindi un vantaggio.
Il sistema francese permette anche la possibilità di delegare il voto. Nel caso in cui, per una qualsiasi ragione, un cittadino è impossibilitato a recarsi alle urne può scegliere una persona a cui dare il compito di votare. Questa dovrà recarsi nel seggio di chi l’ha delegato con i documenti ed esprimere il voto. La delega però è possibile soltanto al primo turno.