Bruxelles – Via libera della Commissione europea alla misura italiana a sostegno della produzione di un totale di 4.590 MW di nuova capacità di energia elettrica a partire da fonti rinnovabili. Secondo l’esecutivo Ue, che ha valutato lo strumento ai sensi delle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato, il regime contribuisce al conseguimento degli obiettivi strategici dell’Ue relativi al Green deal europeo, aiutando nello stesso tempo a porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi e ad accelerare la transizione verde.
La misura, che rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2028, sarà finanziata mediante un prelievo dalle bollette elettriche dei consumatori finali, e prevede un “importo massimo” di 35,3 miliardi di euro. “Ci sarà una competizione aperta dove le diverse parti potranno fare offerte per queste risorse. Dunque, si può dire che” la cifra di 35,3 miliardi di euro è “un involucro, un importo massimo dello schema”, ha spiegato la portavoce della Commissione europea per la concorrenza, Lea Zuber, nella conferenza stampa di oggi (4 giugno) dell’esecutivo Ue.
Il regime sosterrà la costruzione di nuove centrali utilizzando tecnologie innovative e non ancora mature, quali l’energia geotermica, l’energia eolica offshore (galleggiante o fissa), l’energia solare termodinamica, l’energia solare galleggiante, le maree, il moto ondoso e altre energie marine oltre al biogas e alla biomassa. Si prevede che le centrali immetteranno nel sistema elettrico italiano un totale di 4.590 MW di capacità di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. A seconda della tecnologia, il termine per l’entrata in funzione delle centrali varia da 31 a 60 mesi.
La Commissione ha precisato che l’aiuto assumerà la forma di un contratto bidirezionale per differenza per ogni kWh di energia elettrica prodotta e immessa in rete e sarà versato per una durata pari alla vita utile delle centrali. “I progetti saranno selezionati mediante una procedura di gara trasparente e non discriminatoria, in cui i beneficiari presenteranno un’offerta relativa alla tariffa incentivante (il prezzo di esercizio) necessaria per realizzare ogni singolo progetto. Il prezzo di riferimento per l’energia elettrica sarà calcolato come il prezzo zonale orario, vale a dire il prezzo dell’energia elettrica al momento dell’immissione dell’energia nella rete e nell’area di mercato in cui è ubicata la centrale”, ha descritto l’esecutivo Ue. “Quando il prezzo di riferimento è inferiore al prezzo di esercizio, i beneficiari avranno diritto a ricevere pagamenti pari alla differenza tra i due prezzi. Quando il prezzo di riferimento è superiore al prezzo di esercizio, i beneficiari dovranno invece versare la differenza alle autorità italiane. Il regime garantirà la stabilità dei prezzi a lungo termine per i produttori di energia rinnovabile garantendo un livello minimo di rendimento; nello stesso tempo i beneficiari non saranno sovracompensati per i periodi in cui il prezzo di riferimento è superiore al prezzo di esercizio”, ha puntualizzato ancora.
La Commissione europea, dopo aver valutato la misura, ha concluso che il regime “facilita lo sviluppo di una attività economica“, cioè la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili utilizzando tecnologie innovative o non ancora mature, oltre al biogas e alla biomassa, e “sostiene gli obiettivi strategici dell’Ue“; è “necessario e adeguato affinché l’Italia consegua gli obiettivi climatici europei e nazionali” ed è “proporzionato in quanto l’aiuto si limita al minimo necessario per stimolare gli investimenti”; “ha un effetto di incentivazione“, perché senza il sostegno pubblico i beneficiari non realizzerebbero nella stessa misura gli investimenti nelle centrali di produzione di energia rinnovabile e, infine, “produce effetti positivi superiori a qualsiasi potenziale distorsione della concorrenza e degli scambi nell’Ue”.
Su queste basi, la Commissione europea ha detto sì.