Bruxelles – Otto azioni per mettere in sicurezza politiche e risorse a sostegno dei territori. Otto mosse per “una politica di coesione rinnovata post-2027 che non lasci indietro nessuno”. Questo il senso – e il titolo – del manifesto programmatico dell’Alleanza per la coesione, sottoscritto da tutti i cinque candidati italiani membri del Comitato europeo delle regioni (il sindaco di Firenze, Mario Nardella; il presidente del consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo; l’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo; il sindaco di Bari, Antonio Decaro; il consigliere comunale di Gerace Giuseppe Varacalli).
La guerra in Ucraina che non cessa e favorisce l’impulso per il settore della difesa. Si teme che nuove priorità possano ridisegnare le politiche di bilancio comune in senso ‘anti-Regioni’. Da qui l’appello comune, a pochi giorni dalle elezioni europee, per quello che risulta una richiesta di impegno politico per la nuova legislatura.
L’assunto di base è che “la politica di coesione è il collante che tiene unita l’Europa”. A partire da qui, la richiesta numero uno è di continuare ad avere “una politica per tutte le regioni, le città e i comuni”,e in tal senso “la politica di coesione dovrebbe essere la principale politica dell’Ue” anche quando si dovrà rimettere mano al bilancio, dopo il 2027. Ma dovrà essere a prova di agenda sostenibile e innovativa. La seconda mossa contenuta nel documento è “ancorare la coesione sociale, economica e territoriale alla nuova politica industriale del Green Deal e all’autonomia strategica dell’Ue”.
Legata al Green Deal c’è la necessità di una transizione davvero giusta, che tenga cioè conto delle diverse realtà locali. Proprio la tutela delle diversità regionali e territoriali è al centro della quarta azione che l’Alleanza della coesione sente il bisogno di mettere al centro dell’agenda politica a dodici stelle, che non è solo europea.
La nuova politica di coesione non dovrà tagliare fuori le Regioni dal processo decisionale. E’ questa un’altra preoccupazione – la quinta – che induce a tenere alti dibattito e attenzione, e chiedere garanzie per l’immediato futuro. Che passa per nuove metodologie. “La politica di coesione dovrebbe essere valutata in termini di impatto effettivo sulla vita dei cittadini europei, anziché in base al ritmo di erogazione dei fondi”, la richiesta numero 6 dell’appello della Cohesion Alliance.
La politica di coesione, dunque, non va toccata. Al contrario, va rafforzata. Le ultime due prerogative per l’agenda per le Regioni vanno in questa direzione. Da una parte si chiede di incentivare la cooperazione territoriale, e dall’altra “promuovere il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale”.