Bruxelles – L’Ue “ci impone di mangiare carne sintetica e insetti”, l’Ue “sta distruggendo infrastrutture idriche e campi di grano”. Il Green Deal europeo è “contro l’agricoltura”. Uno studio realizzato dallo European Fact-checking Standard Network (EFCSN) ha dimostrato come le proteste degli agricoltori degli ultimi mesi siano state da alcuni strumentalizzate per diffondere disinformazione e compromettere l’azione per il clima. E ne ha smascherato i responsabili: quattro volte su cinque, chi utilizza queste narrazioni distorte fa parte di partiti politici di estrema destra.
Tra febbraio e marzo del 2024, le proteste degli agricoltori sono divampate in diversi paesi dell’Ue. Spinti da una serie di motivazioni reali, tra cui le preoccupazioni per le politiche agricole ambientali di Bruxelles e l’incertezza economica, gli agricoltori sono scesi in piazza chiedendo un prezzo equo per i loro prodotti, un maggior supporto per essere accompagnati nella transizione e uno snellimento amministrativo e burocratico della Pac. Secondo l’EFCSN Newtral, però, “la disinformazione ha permeato il discorso, aggiungendo nuovi livelli di complessità alle narrazioni che circondano le proteste”.
Integrando i rapporti dello European Digital Media Observatory, di Elections24Check e di EUvsDisinfo, lo studio ha filtrato attraverso alcune parole chiave centinaia di risultati di ricerca, riconoscendo le narrazioni contro l’azione per il clima nei post più interagiti sui social media in tutte le lingue analizzate. Secondo l’EFCSN, le false affermazioni relative alle proteste – tra cui le accuse all’Ue di promuovere la carne allevata in laboratorio o le teorie complottistiche su azioni segrete dei governi per modificare il clima – “non si sono limitate a oscurare le reali richieste dei manifestanti, ma hanno anche amplificato lo scetticismo e il sospetto esistenti nei confronti dell’Ue e delle sue politiche climatiche”.
La strategia è vincente: l’analisi rivela infatti che le narrazioni che si oppongono specificatamente alle politiche dell’Ue si diffondono in modo più pervasivo e creano maggiori interazioni rispetto alle critiche più generali contro l’azione climatica. Chi ha sfruttato a proprio vantaggio questa tendenza, è stata soprattutto l’estrema destra europea. Secondo il rapporto, l’81,6 per cento dei post che prendevano di mira l’azione per il clima e l’Ue nei post più popolari sulle proteste degli agricoltori sono stati pubblicati da politici di estrema destra.
L’Alternative für Deutschland (AfD) in Germania, il Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia, in misura minore la Lega di Matteo Salvini in Italia. E i polacchi di Confederazione Libertà e Indipendenza e di Polonia Sovrana, il Farmer-Citizen Movement olandese e Vox in Spagna. Di questi, i partiti che hanno almeno un eurodeputato a Bruxelles fanno parte dei due gruppi politici di destra radicale, Identità e Democrazia (Id) e i Conservatori e Riformisti Europei (Ecr).
In Italia, il rapporto ha rilevato la diffusione di una fake news secondo cui in Emilia Romagna le autorità locali stavano pagando gli agricoltori per abbandonare le loro terre. Oppure, diverse affermazioni fuorvianti che suggerivano in modo impreciso che l’attività umana non contribuisce in modo significativo al cambiamento climatico o che stormi di uccelli in Polonia erano morti per aver mangiato frumento ucraino. Basta sfogliare la campagna ‘Più Italia, meno Europa’ lanciata dalla Lega per le elezioni europee del 6-9 giugno: alcuni dei meme sembrano essere caduti nella trappola delle fake news, e ruotano proprio intorno alle false informazioni sul cibo da insetti o prodotto in laboratorio, in contrapposizione all’agricoltura tradizionale italiana e alla cultura mediterranea.
Alla fine, le rivendicazioni degli agricoltori, di cui “circa la metà erano legate al clima”, sono confluite “verso un’unica meta-narrazione, che invoca un sostanziale riorientamento o la cessazione delle politiche climatiche europee”. E non solo la Commissione europea ha già fatto marcia indietro su alcune delle misure legate alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla tutela della biodiversità, ma alcuni partiti di estrema destra che hanno cavalcato le proteste degli agricoltori stanno aumentando considerevolmente i consensi in vista dell’appuntamento elettorale europeo.
E intendono percorrere la strategia smascherata dal rapporto di EFCSN fino all’ultimo giorno: domani (4 giugno), a 48 ore dall’apertura delle urne in diversi Paesi Ue, marceranno a Bruxelles alcune sigle agricole di protesta transnazionali e legate all’estrema destra. La Farmers Defence Force (Forza di Difesa degli Agricoltori) dei Paesi Bassi, la Landwirtschaft verbindet Deutschland (conosciuta come LSV, o Agricoltura Unita Germania) e l’Istituto di Economia Agraria della Polonia, con l’esplicita richiesta di ritirare il Green Deal europeo.