Bruxelles – È iniziata la settimana elettorale più attesa in Europa. Tra il 6 e il 9 giugno i cittadini dei 27 Paesi membri Ue si recheranno alle urne in occasione delle elezioni europee, per determinare la nuova composizione del Parlamento Ue durante la decima legislatura. Ma per un terzo degli Stati membri l’attenzione sarà rivolta ai rapporti di forza e gli equilibri interni che emergeranno non solo da questo appuntamento elettorale, ma anche da tutta una serie di voti nazionali, regionali e locali. In Belgio, Bulgaria, Cipro, Germania, Irlanda, Italia, Malta, Romania e Ungheria i partiti nazionali si giocano molto, sia per gli eurodeputati che saranno eletti a Bruxelles sia per chi guiderà le istituzioni sul territorio dopo le elezioni.
Qui Belgio
Il Belgio sarà l’attenzionato speciale per gli equilibri politici di tutta l’Unione, in particolare per il progressivo slittamento dell’elettorato europeo verso l’estrema destra (come dimostrato nei vicini Paesi Bassi). Il 9 giugno si andrà a elezioni federali e regionali, per scegliere i 150 rappresentanti della Camera dei Deputati e quelli del Parlamento fiammingo, del Parlamento vallone, del Parlamento di Bruxelles-Capitale, del Parlamento della Comunità di lingua tedesca e del Parlamento della Comunità francese.
Alla vigilia delle elezioni, il partito nazionalista fiammingo di estrema destra Vlaams Belang viene dato dai sondaggi al 27 per cento delle intenzioni di voto nella regione più popolosa del Belgio, con la possibilità di diventare il primo partito alla Camera dei Deputati – e di conseguenza determinante per il prossimo governo federale – sempre più verosimile. Vlaams Belang, stretto alleato a livello europeo dei francesi di Rassemblement National e degli olandesi del Partito per la Libertà (all’interno del Partito Identità e Democrazia), vuole spingere i conservatori di Nuova Alleanza Fiamminga ad appoggiare l’indipendenza delle Fiandre.
Qui Bulgaria
Dopo nemmeno un anno di calma politica apparente, da fine marzo la Bulgaria è piombata per l’ennesima volta nel buco nero delle elezioni anticipate. Il prossimo 9 giugno si svolgeranno per la sesta volta in poco più di tre anni le elezioni legislative, alla ricerca di una maggioranza sufficientemente solida all’Assemblea Nazionale per garantire la nascita di un governo capace di durare. In realtà i sondaggi non mostrano un quadro molto mutato sul piano dei rapporti di forza tra i partiti, con il centro-destra di Gerb (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria) attorno al 27 per cento e i liberali di Continuiamo il cambiamento – Bulgaria Democratica al 15, al pari dei nazionalisti filo-russi e anti-europeisti di Vazrazhdane (che al Parlamento Ue vorrebbero formare un nuovo gruppo di estrema destra con i tedeschi di Alternative für Deutschland).
Qui Cipro
Oltre alle europee, a Cipro si andrà il 9 giugno anche a elezioni municipali per nominare sindaci, vicesindaci, consiglieri comunali, presidenti delle organizzazioni distrettuali di governo locale. Dopo la riforma del governo locale attesa dal dicembre 2021, lo scenario sulla parte europea dell’isola rimane piuttosto incerto, con il partito del presidente della Repubblica, Nikos Christodoulides, che cerca di stringere alleanze per tagliare fuori sia l’estrema sinistra di Akel (Partito Progressista dei Lavoratori) sia l’estrema destra di Elam (Fronte Nazionale Popolare). Secondo i sondaggi i popolari di Disy (Raggruppamento Democratico) si giocano però il primo posto in un testa a testa al 28 per cento con l’estrema sinistra di Akel, e nelle diverse città e comuni del Paese saranno decisive le prestazioni elettorali del centro-sinistra di Diko (Partito Democratico) e dei liberali di Dipa (Allineamento democratico).
Qui Germania
Sono sette i Länder tedeschi (Stati federati) che vedranno i propri cittadini andare al voto per le elezioni municipali del 9 giugno: Baden-Württemberg, Brandeburgo, Meclemburgo-Pomerania occidentale, Renania-Palatinato, Saarland, Sassonia e Sassonia-Anhalt. Nessuna di queste sarà una consultazione a livello statale – la prossima si svolgerà il primo settembre in Sassonia – ma si dovrà fare attenzione alla prestazione elettorale dell’estrema destra di Alternative für Deutschland soprattutto in quattro dei cinque Länder che un tempo costituivano l’ex-Germania est (Brandeburgo, Meclemburgo-Pomerania occidentale, Sassonia e Sassonia-Anhalt), dove AfD ha trovato un bacino di voti particolarmente solido. Dopo aver volato al 22 per cento a fine 2023 ed essere inciampato sia a livello nazionale sia a livello europeo, ora il partito guidato da Tino Chrupalla e Alice Weidel è sceso al 15 per cento secondo gli ultimi sondaggi. Una sconfitta a livello locale in alcune delle sue roccaforti potrebbe rappresentare un duro colpo a livello politico.
Qui Irlanda
Anche l’Irlanda vedrà un voto parallelo a quello delle europee, le elezioni amministrative del 7 giugno che determineranno la distribuzione dei 949 seggi di consiglio comunale e di contea. Sono 2.169 i candidati che si sfideranno in 166 circoscrizioni in tutta la Repubblica, con i sondaggi che prevedono un testa a testa tra il partito di centro-destra Fine Gael del nuovo Taoiseach (capo del governo), Simon Harris, e il partito di opposizione di sinistra Sinn Féin (primo al 25 per cento).
Qui Italia
Alta l’attenzione in Italia per l’esito delle urne tra l’8 e il 9 giugno, quando tutti i cittadini saranno chiamati al voto per la composizione del nuovo Parlamento Europeo, ma quasi 17 milioni anche per l’elezione di sindaci, consiglieri comunali e del nuovo presidente della Regione Piemonte (gli eventuali ballottaggi nei comuni con più di 15 mila abitanti si svolgeranno tra il 23 e il 24 giugno). Complessivamente andranno al voto quasi la metà dei comuni italiani (3.715 su 7.896), inclusi 27 capoluoghi di provincia e sei capoluoghi di regione (Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza). Si tratterà di una prima forte indicazione dell’andamento generale dei partiti dopo le elezioni nazionali del settembre 2022, in cui il Partito Democratico cercherà di colmare il divario con Fratelli d’Italia (secondo i sondaggi oggi rispettivamente al 21 e 27 per cento).
Qui Malta
Per la seconda volta dopo la riforma elettorale del 2015, l’8 giugno a Malta tutti i consigli locali saranno eletti simultaneamente in un’unica elezione. La distribuzione dei 476 seggi in 68 località rappresenterà una prova elettorale cruciale per i due principali partiti dell’isola – il Partito Laburista del primo ministro, Robert Abela, e il Partito Nazionalista della presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola – che per la prima volta da dieci anni si ritrovano secondo i sondaggi separati da pochi punti percentuali. Un sorpasso del centro-destra alle elezioni (che manca da 11 anni) a livello locale e a livello europeo potrebbe rimescolare l’intero quadro politico a Malta, fino a una possibile crisi di governo.
Qui Romania
Avranno un significato ben più che locale anche le elezioni amministrative del 9 giugno in Romania. Il voto per eleggere i 33 eurodeputati romeni si è intersecato durante la campagna elettorale con l’appuntamento alle urne in cui saranno nominati i 41 presidenti dei Consigli di contea e 3.176 sindaci. L’attenzione è tutta sulla prestazione dell’estrema destra di Aur (Alleanza per l’Unione dei Romeni), secondo gli ultimi sondaggi in corsa per il secondo posto alle spalle del Partito Socialdemocratico, in un testa a testa con il Partito Nazionale Liberale di centro-destra. Aur è l’unico partito in Romania non affiliato a una famiglia politica europea e sta faticando per farsi accettare nel Partito dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) a causa di una faida politica di lunga data con il partito al potere in Ungheria Fidesz – in lizza per aderire allo stesso partito europeo – determinata dai rapporti tesi con la minoranza ungherese in Transilvania.
Qui Ungheria
A proposito di Ungheria, gli elettori saranno chiamati a un voto di non poca rilevanza anche alle elezioni municipali in programma il 9 giugno in tutto il Paese. Se nella capitale Budapest il sindaco progressista uscente, Gergely Karácsony, è il favorito per la rielezione, la vera battaglia politica si consumerà a Debrecen, seconda città dell’Ungheria e roccaforte storica di Fidesz. È qui che il più insidioso sfidante del primo ministro Viktor Orbán – ovvero l’ex-dirigente del partito al potere e politico di spicco del partito centrista Rispetto e Libertà (Tisza), Péter Magyar – il 5 maggio ha radunato circa diecimila persone nella tappa culminante del suo tour nel cuore rurale del Paese, lanciando il guanto di sfida al padre-padrone dell’Ungheria. Al momento i sondaggi danno Fidesz ancora saldamente al comando con il 48 per cento delle preferenze, ma la rapida scalata di Tisza (oggi al 25) potrebbe portare a grosse sorprese non solo alle elezioni europee ma soprattutto a quelle locali, mettendo in crisi il potere di Orbán per la prima volta da 14 anni.