Bruxelles – Polo industriale europeo per semiconduttori tutto italiano? Adesso si può. La Commissione europea approva i 2 miliardi di aiuti pubblici proposti dall’Italia per un progetto che fa il bene del Paese e gli interessi dell’Ue tutta. E’ il primo nel suo genere e nascerà a Catania: è l’impianto integrato di produzione di chip per dispositivi elettrici in carburo di silicio, che coprirà tutte le fasi di fabbricazione del carburo di silicio – essenziale nel processo di produzione di specifici microchip utilizzati in dispositivi ad alte prestazioni, come le energie rinnovabili – e contribuirà allo sviluppo di una forza lavoro altamente qualificata in Sicilia.
Agli occhi di Bruxelles, inoltre, aiuterà a mettere fine all’eccessiva dipendenza dalle importazioni di dispositivi che rivestono un’importanza fondamentale per realizzare la transizione digitale e verde in Europa, perché sarà impegnato a rispettare gli ordini classificati come prioritari per la produzione di prodotti di rilevanza per le crisi in Europa. Tutto ciò ha indotto la Commissione europea ad autorizzare, senza obiezione alcuna, la misura italiana da 2 miliardi di euro a sostegno dell’azienda STMicroelectronics per la costruzione e il funzionamento di un impianto integrato di produzione di chip per dispositivi elettrici in carburo di silicio a Catania. L’esecutivo Ue ha ricordato che l’Italia ha notificato alla Commissione il suo piano di sostegno al progetto Catania Campus di STMicroelectronics per la costruzione e la gestione di un impianto integrato di produzione di chip per dispositivi elettrici in carburo di silicio.
“Il carburo di silicio è un materiale composto utilizzato per fabbricare wafer che fungono da base per specifici microchip utilizzati in dispositivi ad alte prestazioni, come i veicoli elettrici, le stazioni di ricarica rapida, le energie rinnovabili e altre applicazioni industriali”, ha illustrato la Commissione. Qui, nell’impianto siciliano, questo materiale chiave per il successo della doppia transizione verde e digitale coprirà tutte le fasi di fabbricazione, dalla materia prima ai dispositivi finiti, vale a dire transistori di potenza e moduli di potenza.
Il progetto consentirà lo sviluppo di un impianto di produzione su larga scala per chip in carburo di silicio ad alte prestazioni utilizzando wafer di 200 mm di diametro che saranno trasformati in moduli e altri dispositivi utilizzati, ad esempio, dall’industria automobilistica, in Europa e nel mondo. L’impianto dovrebbe funzionare a pieno regime nel 2032.
Più nello specifico, il progetto si basa su tecnologie che sono state e saranno sviluppate nell’ambito di importanti progetti di comune interesse europeo (Ipcei) per la ricerca e l’innovazione nel settore della microelettronica approvati dalla Commissione a dicembre 2018 e a giugno 2023. Lo scorso 4 marzo, poi, STMicroelectronics ha chiesto il riconoscimento di Catania Campus come impianto di produzione integrata ai sensi della normativa sui chip per l’Europa, anche se dalla Commissione hanno precisato che tale procedura è indipendente dalla valutazione degli aiuti di Stato.
Per quanto riguarda l’indagine, l’esecutivo Ue ha valutato l’aiuto alla luce delle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato e ha rilevato diversi punti positivi. Il primo riguarda il fatto che “la misura facilita lo sviluppo di talune attività economiche, consentendo la creazione di un nuovo impianto di produzione di massa per tecnologie e semiconduttori innovativi in Europa” e il secondo elemento a favore è che “l’impianto è il primo nel suo genere in Europa, in quanto attualmente non esiste un impianto comparabile di produzione di massa“. In questo contesto, inoltre, la Commissione ha specificato che il progetto del Catania Campus rappresenta il primo impianto integrato di produzione di carburo di silicio in Europa che copre tutte le fasi di produzione, dal materiale in polvere ai dispositivi finiti, compresa la fabbricazione di moduli in carburo di silicio.
Ancora, “l’aiuto produce un effetto di incentivazione, in quanto, senza il sostegno pubblico, il beneficiario non realizzerebbe l’investimento”. A questo si aggiunge la natura strategica: quella italiana risulta essere una misura dagli “ampi effetti positivi per l’ecosistema europeo dei semiconduttori e contribuisce a rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento in Europa”.
Ampia soddisfazione per il sì alla misura è stata espressa dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha parlato di “tappa storica per la Sicilia” perché “in questa terra sta sorgendo il polo più importante, più significativo e più competitivo d’Europa, nella microelettronica e nella tecnologia green. Nella duplice transizione, digitale e green – ha continuato Urso -, la Sicilia e quindi l’Italia potrà svolgere un ruolo estremamente importante per tutta l’Europa”. E ha annunciato: “Entro fine anno l’Italia raggiungerà i 10 miliardi di euro di investimenti nel settore della microelettronica”.
Per la vice presidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, “la misura italiana da 2 miliardi di euro approvata oggi sostiene un impianto integrato unico nel suo genere per i chip di carburo di silicio”, che “rafforzerà la filiera europea dei semiconduttori e ci garantirà l’accesso a una fonte affidabile di chip ad alta efficienza energetica”.