Bruxelles – Se l’Unione europea deve guardare al futuro non può che ascoltare e prendere spunto dai giovani. Oggi (30 maggio) si è tenuto presso la sede del Comitato economico e sociale europeo (Cese) un incontro per discutere sulle prospettive future e delle politiche giovali dell’Ue. Al meeting, che ha anticipato la seduta plenaria del Cese, erano presenti i rappresentanti di alcune delle più grandi organizzazioni giovanili europee, Oliver Röpke, presidente del Comitato economico e sociale europeo, Katrīna Leitāne rappresentante del gruppo giovani del Cese e la ministra albanese per le politiche giovanili Bora Muzhaqi.
La decisione della data in cui si è svolto l’incontro è stata scelta con cura: la prossima settimana si terranno le elezioni per il parlamento europeo (6-9 giugno), che avranno un impatto fondamentale per il futuro dell’Europa, ma anche perché nel weekend il Cese pubblicherà lo Youth Test, un mezzo pensato per rafforzare la voce dei giovani nel processo decisionale. Il percorso che ha portato alla nascita di questo strumento è stato lungo e frutto del lavoro svolto dal Cese con le associazioni giovanili. Lo ‘Youth Test’ è già stato collaudato su un campione di ragazzi provenienti da tutta l’Unione europea che hanno potuto esprimere le loro opinioni e indicazioni per indirizzare il futuro dell’Unione. Il Cese come ricorda il suo presidente, Oliver Röpke, è molto attento alla partecipazione dei ragazzi tanto che è la prima istituzione a livello europeo ad avere un gruppo permanente di giovani con cui collaborare e discutere la creazione di nuove politiche.
Soddisfatti per il lavoro svolto i rappresentanti delle organizzazioni giovanili presenti all’incontro. Ogni associazione ha portato in questo gruppo di lavoro la propria visione e le proprie idee per sviluppare al meglio il futuro europeo. Vasilis Angelopoulos, di Get Involved!, ha posto l’accento sull’istruzione: “Rimane ancora tanto da fare per avere un’educazione comune, non tanto a livello di diplomi e di lauree quanto in termini di conoscenza comune”. Elias Dray, vicepresidente del Forum europeo della gioventù, ha ricordato che l’associazione che rappresenta ha invitato tutte le forze europeiste del Parlamento europeo a lavorare tra di loro per salvaguardare il futuro dell’Ue ed estromettere chi vuole attuare politiche anti-democratiche. Significativa la presenza a questo tavolo dell’Albania perché come ha dichiarato Christelle Savall, presidentessa dei Giovani federalisti europei: “Il futuro allargamento dell’Unione europea sarà importante per imparare dagli altri e condividere il nostro sapere”.
La partecipazione della ministra Bora Muzhaqi, non è casuale: l’Albania è dal 2014 un Paese con status di candidato per entrare nell’Ue, inoltre Tirana applica misure all’avanguardia nel coinvolgimento dei giovani nella politica come l’obbligo per ogni ministero di avere delle politiche dedicate agli under 29. Non solo, l’Albania ha adottato una strategia che mira a coinvolgere maggiormente i giovani sia nel processo decisionale sia nello sviluppo del Paese inteso come società civile e aggregato economico. Al riguardo la ministra per le politiche giovanili Muzhaqi ha dichiarato: “Abbiamo un programma a punti da compiere entro il 2029, ma sono fiduciosa di poterlo concludere prima”, aggiungendo, “quello che stiamo facendo è fondamentale per far sentire i giovani importanti e far vedere che i loro voleri vengono ascoltati dalla politica”.