Bruxelles – Preoccupazione per le questioni ambientali e le ricadute sulla propria salute e la vita di tutti i giorni, con una richiesta esplicita alla politica di far rispettare le leggi in materia. Se gli italiani hanno una certa attenzione alla sostenibilità, al momento degli acquisti, però, si dividono. Pagare di più per prodotto ‘eco-friendly’ è un sacrificio che solo un italiano su due (51 per cento) è disposto a fare. Eccolo il Paese, come fotografato da Eurobarometro nell’ultimo sondaggio tematico prodotto e diffuso oggi (29 maggio).
Al momento di mettere mano al portafogli l’attenzione a sostenibilità, riciclabilità, riparabilità e CO2 prodotte per arrivare sullo scaffale gli italiani mostrano di essere tra i più recalcitranti. Il Paese risulta 19esimo su 27 per propensione all’acquisto ‘green’. Un dato che sembra stridere con la coscienza ambientale dei cittadini-consumatori dello Stivale.
Tra quanti sono ‘d’accordo’ (33 per cento) e quanti si dicono ‘tendenzialmente d’accordo’ (55 per cento) nell’affermare che le questioni ambientali hanno un effetto diretto sulla vita di tutti i giorni e la salute, ci sono praticamente nove italiani su dieci (88 per cento) che chiedono nel complesso interventi in tal senso, anche più della media europea (78 per cento). Un modo per correre ai ripari, per gli italiani, risiede nella legalità. La priorità numero uno, quando si parla di sostenibilità e rispetto dell’ambiente, risulta il far rispettare le leggi esistenti. E’ in questo modo che per due rispondenti su tre (64 per cento) si può garantire la soluzione ai problemi per l’ambiente.
Una risposta che suona da invito alla politica, a tutti i livelli, a intervenire per fare in modo che le regole non restino solo su carta. Addirittura, in un Paese dove si fa fatica a parlare di tasse, gli italiani ritengono che si debbano far pagare le imprese che inquinano o producano danni ambientali. E’ apertamente a favore di questa stretta il 43 per cento dei rispondenti, a cui si aggiunge un altro 47 per cento tendenzialmente a favore. Anche se, a guardare bene i dati, gli italiani sono i meno disposti a scagliarsi contro le imprese: sono terzultimi (davanti solo a Romania e Polonia) per tasse o spese di riparazione del danno ambientale ‘senza se e senza ma’ nei confronti dell’industria.
A proposito di industria, se c’è una cosa che inquieta in Italia sono proprio i prodotti industriali. Smaltimento di rifiuti chimici e presenza di sostanze chimiche nei prodotti che si acquistano in negozio risultano tra le principali preoccupazioni degli italiani.
E la green economy? Un bene, senza dubbio. Però servirebbe una maggiore spinta da parte delle autorità pubbliche. Sei italiani su dieci (62 per cento) ritengono che la spesa pubblica a sostegno della transizione verde non sia sufficiente. E’ questo uno dei ‘pagellino’ più severi a livello Ue, visto che uomini e donne d’Italia risultano ottavi per più richiesta di finanziamenti pubblici per una delle due transizioni al centro dell’agenda della Commissione a fine mandato.