Bruxelles – A distanza di 24 anni, un presidente francese in visita di Stato dal vicino tedesco. L’ultimo era stato Jaques Chirac nel 2000. La tre giorni di Emmanuel Macron in Germania, in un momento cruciale per il futuro dell’Ue – con la minaccia russa alle porte dell’Europa e le elezioni europee dietro l’angolo -, è un appello a Berlino a lavorare insieme per “aiutare noi stessi e avere una cornice di sicurezza”.
Il leader transalpino si è preso la scena: prima a Dresda con l’omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier, poi alla consegna del Premio Internazionale della Pace di Westfalia, di cui è stato insignito, infine oggi (28 maggio) nell’incontro con il primo ministro Olaf Scholz. I temi di quest’ultimo bilaterale sono stati anticipati con un editoriale congiunto pubblicato sul Financial Times, in cui i due leader hanno presentato una proposta “ambiziosa” per rilanciare la competitività dell’Unione europea in vista del prossimo mandato. “L’Europa deve prosperare come un forte leader industriale e tecnologico di classe mondiale, mentre attuiamo la nostra ambizione di rendere l’Ue il primo continente neutrale dal punto di vista climatico. Per essere all’altezza di queste ambizioni comuni, Germania e Francia sono convinte che l’Ue abbia bisogno di più innovazione, più mercato unico, più investimenti, più equità e meno burocrazia”, sostengono Parigi e Berlino.
Ma il leit-motiv delle apparizioni tedesche di Macron è soprattutto la necessità di rinforzare la difesa comune del blocco. “La Nato da sola non può salvarci. Dobbiamo aiutare noi stessi e avere una cornice di sicurezza e questa è una decisione strategica”, ha incalzato la platea durante la consegna del Premio per la Pace di Westfalia a Münster. Perché “la Russia sarà qui domani, dopodomani“, ha affermato nel discorso tenuto di fronte al duomo di Dresda. Il presidente francese ha poi evocato le prossime elezioni europee, affermando che oggi “più che mai dobbiamo scegliere il futuro del nostro continente”. Un futuro minacciato dall’estrema destra, definita un “vento cattivo” che soffia in Europa.
Il cancelliere tedesco ha afferrato al volo la mano tesa dal collega transalpino, e nella conferenza stampa a margine del vertice franco-tedesco ha confermato che Berlino e Parigi ”vogliono rafforzare la sicurezza e la difesa dell’Europa contro qualsiasi minaccia ora e in futuro”. Scholz ha annunciato che le due maggiori potenze industriali dell’Ue sono pronte a “ampliare ulteriormente la stretta cooperazione nei settori della sicurezza, della difesa e degli armamenti, in particolare nello sviluppo di armi di precisione a distanza“.
Una “logica conseguenza” dell’attacco russo all’Ucraina, che rimane la priorità. “Emmanuel e io siamo d’accordo sul fatto che è necessario portare il sostegno a Kiev a un nuovo livello. Vogliamo dare all’Ucraina l’accesso a risorse finanziarie aggiuntive affinché possa garantire la propria difesa in modo affidabile e affinché la sicurezza di tutta l’Europa possa essere ulteriormente aumentata”, ha proseguito Scholz. Il tutto mentre, a Bruxelles, i ministri della Difesa dei 27 discutevano con il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, degli impegni presi con Kiev sui sistemi di difesa aerea e sulle munizioni, e sulla necessità di aumentare la produzione industriale della difesa in Europa.
Il presidente della Repubblica francese ha incassato gli endorsement di Steinmaier, convinto che “il fatto che oggi Francia e Germania siano così vicine sia dovuto anche a persone come lei”, e della presidente uscente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – che corre per un secondo mandato -, presente alla cerimonia a Münster. La leader Ue ha ripreso le parole di Macron, insistendo che il vecchio continente si trova oggi “in un momento senza precedenti nella nostra storia in cui dobbiamo pensare alla nostra difesa e alla nostra sicurezza da soli e per noi stessi come europei”.