Bruxelles – È andata come nel 2019, ma con un risultato ancora più netto. Il presidente della Lituania in carica, Gitanas Nausėda, ha trionfato al ballottaggio delle presidenziali di ieri (26 maggio) contro la sfidante e prima ministra in carica, Ingrida Šimonytė, ricevendo dagli elettori il mandato per un secondo quinquennio alla guida del Paese baltico, nel primo appuntamento del super-anno elettorale.
Dopo l’indicazione già piuttosto chiara sulle intenzioni degli elettori al primo turno dello scorso 12 maggio, i risultati del ballottaggio di ieri hanno premiato con quasi tre voti ogni quattro (74,44 per cento) il presidente uscente e candidato del Partito Socialdemocratico di Lituania (Lsdp) e del Partito delle Regioni Lituane (Lrp). La prima ministra e candidata dell’Unione della Patria – Democratici Cristiani di Lituania (Ts-Lkd) di centro-destra si è invece fermata al 24,06 per cento delle preferenze, meno di cinque punti percentuali in più rispetto al primo turno. Ma il dato più allarmante è quello sulla partecipazione al voto: l’affluenza ha visto un crollo di 10 punti percentuali tra la prima e la seconda tornata, scendendo al 48,41 per cento, nemmeno un avente diritto al voto su due.
In attesa di quanto accadrà alle urne in occasione delle elezioni europee (in programma il 9 giugno in Lituania) e delle legislative del 13 ottobre, la campagna elettorale per le presidenziali si è incentrata principalmente sulla questione del rapporto con la Russia e della politica espansionistica del Cremlino, anche alla luce delle recenti provocazioni di confine nella regione baltica (l’ultima diretta contro l’Estonia). Come gli altri Paesi baltici e dell’Europa orientale anche la Lituania era parte dell’Unione Sovietica ed è stata la prima Repubblica a dichiarare l’indipendenza nel marzo 1990. Più di trent’anni dopo – con l’invasione dell’Ucraina che prosegue senza sosta – secondo diversi sondaggi nazionali oltre la metà dei cittadini lituani teme che il Paese possa essere tra i bersagli dell’aggressione russa (nonostante sia da esattamente 20 anni membro della Nato) e l’intelligence di Vilnius ha avvertito che Mosca è pronta a rafforzare le proprie capacità militari lungo il confine con i membri dell’Alleanza Atlantica.
In Lituania il presidente rappresenta il Paese ai vertici dell’Unione Europea e della Nato e ha un ruolo semi-esecutivo: insieme al governo definisce la politica estera e di sicurezza, può porre il veto sulle leggi e ha voce in capitolo nella nomina di funzionari-chiave. Sia Nausėda sia Šimonytė sono entrambi favorevoli all’aumento della spesa per la difesa ad almeno il 3 per cento del Pil lituano rispetto al 2,75 previsto per quest’anno (la soglia minima richiesta ai membri Nato è del 2) – che dovrebbe consentire di sostenere i costi di modernizzazione dell’esercito e delle infrastrutture, ma anche per una brigata tedesca da dispiegare in Lituania dal 2027 – così come entrambi sostengono la necessità di aumentare il sostegno militare per la difesa dell’Ucraina, soprattutto per quanto riguarda le difese aeree. “L’indipendenza e la libertà della Lituania sono come una fragile imbarcazione che dobbiamo proteggere e impedire che si incrini”, ha dichiarato ieri sera il presidente rieletto.
Nonostante lo schieramento a sinistra dello scacchiere politico lituano, Nausėda è un conservatore sociale e si oppone fermamente alle unioni civili tra persone dello stesso sesso (mentre la premier conservatrice Šimonytė è fortemente schierata a sostegno). Il presidente fino al 2029 sostiene che le unioni civili si porrebbero su un piano troppo simile al matrimonio, che secondo la Costituzione lituana è consentito solo tra un uomo e una donna. Più volte la prima ministra ha accusato Nausėda e i partiti che lo sostengono di omofobia e di essere “contrari ai principi della democrazia liberale”. Dopo la pubblicazione dei risultati delle presidenziali in Lituania, da Bruxelles sono arrivate le congratulazioni dei leader delle istituzioni Ue. “Insieme stiamo lavorando per rendere l’Ue più forte, più sovrana e più influente“, ha commentato su X il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel: “So che possiamo contare anche sul vostro incrollabile sostegno al popolo ucraino”. Parole simili a quelle scelte dalla numero uno della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha rimarcato la “continua e ferma leadership in risposta alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina” da parte di Nausėda.