Bruxelles – A due mesi dall’ultima volta, gli agricoltori europei tornano a protestare per le vie di Bruxelles. Rispetto alle tre manifestazioni indette tra febbraio e marzo, nessun clima da guerriglia urbana e nessun’azione vandalica. Soprattutto, nessun trattore: a sfilare i produttori di latte accompagnati da mucche in plastica, a grandezza naturale e colorate con le 27 bandiere dei Paesi Ue.
“Il latte onesto”, recita lo slogan in 24 lingue scritto sul torace degli animali. Di questo si parla: sulla scia delle proteste che hanno spinto la Commissione europea a rivedere in fretta e furia alcune delle disposizioni contenute nella Politica Agricola Comune, i produttori del settore lattiero e caseario europeo chiedono soprattutto che venga riconosciuto loro un giusto prezzo nella filiera.
La polizia di Bruxelles si era preparata ad un’altra giornata di disagi ai trasporti e di tensione, ma così non è stato: poche centinaia di persone hanno risposto alla chiamata dello European Milk Board (EMB) e si sono date pacificamente appuntamento davanti alla sede dell’Eurocamera, per poi marciare fino al Consiglio europeo – dove sono riuniti oggi i ministri dell’Agricoltura dei 27 Paesi membri. “È evidente che il sistema agricolo ha bisogno di riforme – ha dichiarato il presidente dell’EMB, Kjartan Poulsen -, un agricoltura e un reddito giusti devono essere il cuore di queste riforme. Aggirare le difficoltà non basta più: dobbiamo affrontare le cause profonde del problema e mettere in campo cambiamenti reali”.
L’EMB ha le idee chiare e, in vista dell’appuntamento elettorale del 6-9 giugno, propone una lista di riforme da attuare a livello europeo. A partire da un regolamento che proibisca che i prezzi dei prodotti agricoli possano abbassarsi a tal punto da non coprire i costi di produzione. In secondo luogo, la necessità di integrare nel sistema agricolo dell’Ue “strumenti di crisi adeguati”: un meccanismo di allerta, basato su indicatori che riflettano i costi di produzione reali, attraverso il quale vengano attivate automaticamente misure d’emergenza come la riduzione volontaria della produzione.
I dati pubblicati dal Milk market observatory della Commissione europea confermano il trend preoccupante: a febbraio, il prezzo medio del latte bovino alla stalle nell’Ue era ancora in calo dello 0,8 per cento rispetto al mese precedente, toccando il prezzo di 0,4634 euro al chilo. Nel giro di un anno, la diminuzione è stata del 13,12 per cento: a febbraio 2023, sempre in base ai dati Ue, la materia prima era stata pagata 0,5334 euro al chilo.
Nel programma dell’organizzazione ombrello di 21 associazioni che rappresentano i produttori di latte in 16 paesi Ue, anche la richiesta di reciprocità nei confronti dei mercati esteri: l’EMB chiede a Bruxelles l’introduzione di “clausole speculari che garantiscano che gli alimenti e i mangimi importati siano conformi ai requisiti dell’Ue”. E che tale conformità sia assicurata attraverso “controlli e sanzioni sufficienti”. I produttori rivendicano infine a gran voce la necessità di un “coinvolgimento reale” nella progettazione e nell’attuazione del Green Deal.
L’allarme di Copagri: “Oggi un’agricoltura di pensionati”
“Il messaggio di oggi è cambiare: riscrivere totalmente il Green Deal e la strategia Farm to fork, che probabilmente sono nati in un momento dove si guardava più a un ambientalismo strumentale rispetto alle esigenze vere degli agricoltori, delle popolazioni rurali e dei consumatori”, afferma Roberto Cavaliere, responsabile nazionale per il settore lattiero-caseario di Copagri e presidente dell’Associazione Produttori Latte Pianura padana.
Secondo Cavaliere la politica europea è responsabile di “aver fatto invecchiare il mondo rurale”, un mondo in cui oggi “l’80 per cento degli agricoltori ha più di 65 anni”. Per quanto riguarda la revisione della Politica Agricola Comune, Copagri denuncia il paradosso per cui “ogni volta che spingiamo sulla digitalizzazione, aumenta la burocrazia. Oggi ogni azienda agricola dovrebbe avere almeno una persona fissa a svolgere attività di segreteria e amministrativa”. Il Dialogo Strategico con il mondo dell’Agricoltura inaugurato da Ursula von der Leyen nel bel mezzo delle proteste di quest’inverno, l’alleggerimento degli oneri amministrativi per gli agricoltori sono solo un “timido approccio a sburocratizzare, ma lo vogliamo veramente. Per ora lo si sta solo dicendo”.