Bruxelles – Si rafforza a due settimane dalle elezioni europee l’asse del Ppe per convincere l’elettorato dei 27 Paesi membri sulla necessità di un rafforzamento della difesa europea. Da Atene e Varsavia a Bruxelles, la spinta è ora per uno scudo di difesa aerea europeo, proposto dai primi ministri di Grecia e Polonia – rispettivamente Kyriakos Mītsotakīs e Donald Tusk – e accolto con entusiasmo dall’attuale presidente della Commissione Europea e Spitzenkandidatin (candidata comune) del Partito Popolare Europeo (Ppe), Ursula von der Leyen, a effetto durante l’ultimo dibattito elettorale prima del voto del 6-9 giugno. “È un progetto a cui tutti gli europei potrebbero dire ‘sì, prendiamo i nostri soldi, investiamo insieme e proteggerà tutta l’Europa'”, ha affermato von der Leyen durante il panel su sicurezza e difesa dell’Eurovision Debate 2024 organizzato ieri (23 maggio) dall’Unione europea di radiodiffusione (Ebu) al Parlamento Ue.
La numero uno della Commissione, candidata dei popolari europei a succedere a se stessa alla guida dell’esecutivo Ue, ha citato lo scudo di difesa aerea parlando del fatto che “dobbiamo migliorare la nostra industria della difesa, dobbiamo assicurarci che la frammentazione nell’Unione Europea finisca e ci servono progetti di interesse comune europei“, tra cui “per esempio uno scudo di difesa aerea per tutta l’Europa, come proposto da Mītsotakīs e Tusk”. Il riferimento ai progetti di interesse comune europei si inserisce all’interno della proposta dello stesso gabinetto von der Leyen arrivata a inizio marzo sulla prima strategia per la difesa comune dell’Ue. Più nello specifico nel nuovo quadro giuridico – la Struttura per il programma di armamento europeo (Seap) – che sarà messo a disposizione dal Programma industriale europeo di difesa (Edip) per incrementare la cooperazione degli Stati membri in materia di equipaggiamenti con un potenziale sostegno finanziario dell’Unione.
“La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha scosso nel profondo l’architettura di sicurezza e difesa del nostro continente” e “i recenti tragici eventi in Medio Oriente ci hanno ulteriormente ricordato quanto sia instabile il nostro vicinato”, avvertono Mītsotakīs e Tusk nella lettera inviata proprio ieri alla presidente von der Leyen: “Le rivalità geopolitiche sono molto forti e i principi fondamentali del diritto internazionale sono messi in discussione da un numero preoccupantemente crescente di attori revisionisti in tutto il mondo”. È questo il motivo per cui “l’Ue e i suoi Stati membri devono fare di più e meglio in materia di sicurezza e difesa, perché l’attuale panorama frammentato non è semplicemente all’altezza delle esigenze e dei requisiti odierni”. Oltre a dare “un seguito rapido e concreto” in Consiglio alle proposte della Commissione, si attende “l’imminente” relazione dell’esecutivo Ue sulle “opzioni di finanziamento per i nostri ambiziosi progetti” nel settore della sicurezza e della difesa.
Ma c’è di più, ed è proprio il cuore della lettera indirizzata a von der Leyen. “L’Europa sarà sicura finché i cieli sopra di essa saranno sicuri, per questo l’Ue ha bisogno di un nuovo programma ‘faro’“, ovvero quello scudo di difesa aerea europeo guardato con interesse anche dalla presidente uscente della Commissione: “Un sistema di difesa aerea completo per proteggere il nostro spazio aereo comune dell’Ue da tutte le minacce in arrivo, compresi aerei, missili, droni e altro“. Nell’ottica dei due premier appartenenti alla famiglia politica europea del Ppe, si tratterebbe di uno strumento “altamente capace” e un “deterrente credibile contro tutti i possibili aggressori”, nel caso in cui la deterrenza diplomatica dovesse fallire. Lo scudo di difesa aerea europeo dovrebbe essere “un programma che affronti questa importante vulnerabilità della nostra sicurezza” e che “incentivi le aziende europee del settore a sviluppare tecnologie all’avanguardia e a diventare leader mondiali nei loro settori”, agendo da una parte come “catalizzatore facilitatore per l’ulteriore aggiornamento” industriale e dimostrando dall’altra che “l’Ue è una potenza globale la cui forza economica è rafforzata dalla potenza militare“.