Bruxelles – Si è conclusa a lieto fine la saga della direttiva europea sulla due diligence in materia di sostenibilità aziendale. Oggi (24 maggio) il Consiglio dell’Ue ha dato il via libera definitivo all’introduzione di nuovi obblighi per le grandi imprese per quanto riguarda gli impatti negativi delle loro attività sui diritti umani e sulla protezione dell’ambiente.
Nonostante un processo legislativo travagliato, con il testo approvato nei triloghi interistituzionali di dicembre profondamente modificato e annacquato a posteriori dal Consiglio dell’Ue a causa delle resistenze di alcuni Paesi membri, la direttiva era stata approvata formalmente dall’Eurocamera a fine aprile e – con l’ultimo passaggio di oggi – sarà ora pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione. Nessuno Stato membro si è opposto all’approvazione finale, ma dieci Paesi Ue si sono astenuti: Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Estonia, Lituania, Ungheria, Malta, Austria, Slovenia.
“Le grandi aziende devono assumersi le proprie responsabilità nella transizione verso un’economia più verde e una maggiore giustizia sociale. La direttiva è un passo concreto e significativo verso un luogo migliore in cui vivere per tutti”, ha esultato a nome della presidenza di turno belga del Consiglio dell’Ue Pierre-Yves Dermagne, vice primo ministro belga e ministro dell’Economia e dell’Occupazione.
Le norme, che riguardano non solo le operazioni delle imprese, ma anche le attività delle loro filiali e quelle dei loro partner commerciali lungo tutta la catena di attività delle imprese, si applicheranno con un calendario differenziato a seconda delle dimensioni delle aziende. Le imprese con oltre 5 mila dipendenti e 1.500 milioni di fatturato saranno tenute ad osservarle a 3 anni dall’entrata in vigore della direttiva, a 4 anni dall’entrata in vigore per le aziende con più di 3 mila dipendenti e 900 milioni di euro di fatturato e a 5 anni dall’entrata in vigore della direttiva per le imprese con più di mille dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato.
Il direttore generale di BusinessEurope, l’associazione delle Confindustrie europee, Markus J. Beyrer dopo l’approvazione ha auspicato “un recepimento armonizzato e una guida chiara per le aziende, che saranno fondamentali per l’attuazione”. Secondo gli industriali europei “le nuove norme sulla due diligence saranno la più grande riforma del diritto societario nella storia dell’Ue e stabiliranno obblighi, responsabilità e sanzioni di ampia portata per le aziende europee. Ci aspettiamo che il recepimento porti a un’unica normativa, anziché a 27 norme diverse. La chiarezza e l’uniformità delle norme a livello nazionale saranno essenziali, poiché le risorse aziendali dovranno essere destinate alla conformità”. Secondo Beyre, infine “il supporto e la guida da parte della Commissione e delle autorità nazionali saranno fondamentali per preparare ed equipaggiare le aziende di tutte le dimensioni. Senza questo mix di ingredienti, questa legislazione d’impatto non riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi”.