Bruxelles – Prima di andare in orbita, l’economia dello spazio fa tappa a Roma per tracciare le priorità e le direttrici a livello nazionale ed europeo. “Lo spazio può essere a servizio dei cittadini e delle politiche europee, cerchiamo di lavorare perché l’Europa abbia un ruolo fondamentale nell’ambito spaziale“, spiega così l’Head of Earth observation unit della direzione generale dell’Industria e dello spazio della difesa (Dg Defis) della Commissione Ue, Mauro Facchini, intervenendo all’evento Space Economy: Definire le regole per sfruttare le opportunità.
Organizzato oggi (22 maggio) a Roma da Eunews e Gea – Green Economy Agency – entrambe parte del gruppo Withub – l’evento si è focalizzato nel suo primo panel dal titolo ‘Il quadro normativo per la space economy’ proprio sull’importanza della cooperazione tra le politiche e gli investimenti nazionali ed europei. “Quello che succederà nel 2028-2035” con il nuovo Quadro finanziario pluriennale (Qfp) “si deciderà oggi”, ha precisato Facchini, anticipando l’impegno in corso a Bruxelles sul piano legislativo: “Per ridurre le dipendenze, servono materie prime, lanciatori e mantenimento della capacità tecnologica” e con questo obiettivo “stiamo lavorando a una legge spaziale per regolamentare aspetti di protezione, sicurezza e sostenibilità – inclusi i detriti spaziali – dell’ambito spaziale”.
A confermare la necessità di questa prospettiva è stato il direttore delle relazioni istituzionali di Avio, Stefano Stefanile, che ha ricordato come “avere capacità tecnologica e industriale per l’accesso allo spazio a livello nazionale è fondamentale e strategico, perché influisce sul posizionamento geopolitico di un Paese”, ma lo è ancora di più “se lo riferiamo alla dimensione europea, perché consente di trainare l’industria e l’economia dello spazio e di essere strategicamente indipendenti da altri soggetti internazionali“.
Spazio ed economia vanno a braccetto, come dimostra il fatto che “in 15 anni l’attività spaziale ha triplicato il suo valore”, ha precisato il responsabile per la Coordination Strategic Area New Space Economy dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Augusto Cramarossa. Il trend di crescita “è evidente” e nei prossimi anni “sarà spinto anche dagli investimenti privati oltre a quelli istituzionali”, ma si può fare molto di più: “Lo spazio nell’economia globale rappresenta solo lo 0,5 per cento, il numero è piccolissimo rispetto all’economia globale”.
Ecco perché assumono ancora più importanza le parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in videocollegamento all’evento organizzato a Roma. “Stiamo fortemente investendo nella space economy, entro il 2026 fino a circa 7,3 miliardi di euro, inclusi i contributi Esa, Asi, fondi Pnrr ed europei di altra natura”, è quanto anticipato dal ministro del governo Meloni a proposito della necessità di accesso a finanziamenti mirati ad aziende, collegandoli alla domanda servizi”. Di fronte al “moltiplicarsi di attività spaziali non tradizionali, innovare è fondamentale per le sfide future”, ma l’Italia dispone già di una “filiera completa di eccezionale qualità, con aziende che producono valore come innovazione, tecnologia e produzione”. Nel suo intervento il ministro Urso ha infine sottolineato che “lo spazio è cruciale per la sicurezza e la difesa, è fonte di progresso tecnologico e scientifico per le imprese e la collettività”, e in questo senso “l’economia è strettamente connessa alle attività spaziali”.
Proprio attraverso i fondi Ue è arrivata un’enorme spinta per lo sviluppo di questo settore. “Next Generation Eu ha destinato molte risorse al settore dello spazio e con il Piano nazionale di ripresa e resilienza si è registrato il più grande investimento nell’industria spaziale italiana“, ha confermato il Ceo di Thales Alenia Space Italia, Massimo Comparini. E mentre il mercato dello spazio “è in trasformazione profonda anche grazie alle strutture industriali private introdotte negli Stati Uniti”, come spiegato da Joseph Aridon, SVP Strategy and Corporate Development di Telespazio, non bisogna dimenticare il valore di crescita dei servizi aggiuntivi di attività come l’osservazione satellitare istituzionale: “Le previsioni crescita sono del 10 per cento annuo nel settore osservazione della Terra, in questo contesto Esa svolge un ruolo essenziale per il clima e l’ambiente”, ha spiegato la direttrice di Esa-Esrin, Simonetta Cheli.